Frase della settimana

"Le falesie xe la sagra dell' illogico"
T.Gigio

venerdì 30 settembre 2011

Deep Carnia Parte 2

Sto per andare a dormire. Di nuovo qui alle casere di val Collina e come l'altro venerdì notte ho la stessa sensazione. Ma ora so di cosa si tratta, è la stessa che mi ha accompagnato per tutta la settimana passata. La sensazione di andare verso qual' cosa di sconosciuto.

Già domenica sera pensavo a come sarà la parte giallastra che sovrastava l'ultimo punto raggiunto il giorno prima e lungo tutta la settimana mi sono immaginato i passaggi che avremmo trovato, il diedro la cengia la placca o la fessura. Ho immaginato di percorrere per primo quei metri di roccia, ho immaginato di essere il primo ad intuire la linea di salita più semplice lungo quei muri lisci e con poche debolezze, ho immaginato di proteggermi con un micro nut in una micro fessura o di piantare un bel chiodo... ho immaginato... immaginato...sognato...

La mia mente si sforzava di trovare una soluzione ad un problema che non avevo ancora visto. Cercava di aggrapparsi a qualche appiglio costruito nella mia testa. Voleva vedermi piantare un chiodo e superare il passaggio. Cercava delle certezze dove invece di certo non c'era proprio niente.
Dove l'unica sicurezza sarebbe stata la capacità mia e del mio amico. Niente relazione, niente chiodi o magnesio ad indicare la via, solo roccia e incertezza.
Magnifico, come un' esplorazione. Ecco la sensazione dell'ignoto che mi sono portato dentro per tutta la settimana ora la sento più forte che mai. Ma so anche che domani farà bel tempo e che la prima parte della via la conosciamo. Ma il resto è ancora tutto da scrivere... speriamo.



Siamo presto all'attacco, accompagnati dall'onnipresente nuvolo che scivola lungo il vallone delle crete Monumenz e che ci nasconde a tratti l' imponenete parete delle Chianevate.
Percorso il primo tratto di via ci ritroviamo su terreno sconosciuto ed iniziamo a discutere su come proseguire, ma appena il Reverendo parte noto una stonatura nella parete soprastante, alla base di un diedro che pensavamo di percorrere, essendo l'unico punto debole della prima fascia gialla e strapiombante. Osservo meglio e voglio sbagliarmi, ma ormai le nuvole sono scivolate via ed il sole mattutino mette a nudo tutti i segreti che la roccia generalmente tiene per se. Quindi strizzo gli occhi e dopo un' attimo mi decido a lasciare che la tristezza e un po' di rabbia invadano il mio il mio cuore. Con voce piatta e seria comunico al mio compagno che vedo una sosta bella e buona con tanto di fettucciona alla base del “nostro” diedro. Silenzio.
Di colpo il piacere dell'ignoto è volato a terra e con esso anche il nostro entusiasmo. Dopo un tiro di trasferimento siamo a quella fatidica sosta che come una diga ben costruita ha bloccato il dilagare dei nostri sogni di scoperta e il desiderio di sperimentare nuove sensazioni mai provate prima su una parete. Alla fine dopo il rammarico e confidando nella capacità della sosta di arginare anche un possibile tuffo nel vuoto decidiamo di proseguire lungo due tiri stupendi quanto difficili.



 Il primo ci porta, non senza fatica e con una bella dose di triler ad una meravigliosa cengia sospesa come un pulpito tra due muri dorati e lisci. Risolto il primo ci resta il secondo che ci dovrebbe portare ad un bel ripiano erboso detto belvedere. Guardandoci attorno capiamo che non sarà tanto facile proseguire oltre. Dei chiodi e dei nut spuntano dal centro della parete dove non sembra molto logico passare. Ma guarda qua, guarda la incomincio ad intuire la linea di salita, prima un muro bello compatto ma con della roccia lavorata a gocce e rughe veramente stupenda. Poi una serie di buchi svasi e come ciliegina un bel passaggio finale su svasi e tacche in placca senza piedi. Un bel ingaggio ottimo per stancare anche lo spirito e non solo le braccia. Terrazzino comodo. Il respiro prende fiato e si stabilizza. Con calma aggancio due chiodi e mi guardo attorno, adesso? Provo da una parte verso un chiodo ma con fatica torno presto sui miei passi, di la non si passa! Ma allora da dove sono saliti, tracce di ritirata non si vedono. Scruto ogni possibile scappatoia, guardo verso l'alto a destra e a sinistra, finchè a sinistra, ben a sinistra in una fessura vedo un cordino, allora il mio sguardo scende lungo la fessura e raggiunge una nicchia. Però non so ancora come io raggiungerò quella nicchia. Allora mi viene in mente un traverso prima verso il basso per poi risalire. Ma non mi sembra fattibile. Eppure è l'unica possibilità e senza pensarci troppo mi immergo di nuovo in quel stato di concentrazione e attenzione dove tutto ciò che ti circonda sparisce e devi solo pensare a non cadere. Arrampico in discesa per raggiungere due buchi dove con un mano piede, sfiorando tacchette e spalmando le suole sulla porosità eccellente della roccia, riesco non so bene come a traversare e raggiunta una prima nicchia muschiosa mi trovo a faccia a faccia con un meraviglioso chiodo. Si! Allora sono passati di qua. Oramai sono stanco, le braccia mi fanno male, e la mente inizia a dare segni di cedimento. Avviso di ciò il Reverendo che mi fa pazientemente sicura e che ormai essendo aldilà dello spigolo non mi vede più. Rinviato il chiodo mi lancio su per questa nicchietta e prendo di petto lo strapiombo, mi alzo e dal buco rovescio che trovo nella nicchia mi allungo a prendere una tacca con la mano sinistra poi incastro il piede per non venire sputato fuori dalla nicchietta, prendo una tacca con la destra, sento che il vuoto mi chiama e che le braccia sono sempre più stanche, tutto inizia a pesare in maniera insopportabile, il chiodo so che c'è anche se ben sotto di me. Guardo oltre lo strapiombo e con gli occhi cerco di scavarmi una buona presa ma tutto e sfuggevole e liscio, oramai le mani si stanno per aprire, io stringo sempre più forte finchè gli avambracci bruciano, allora grido che sto per cadere, come ultima risorsa lancio a due ciuffi d'erba che ho davanti al naso... con la disperazione non si va molto avanti e con i ciuffi in mano sento l'aria scorrermi tutto attorno e mi ritrovo qualche metro più in basso a contemplare il cordino ed il chiodo, sorrido, hanno fatto splendidamente il loro dovere. Ma non c'è tempo da perdere, dobbiamo guadagnare la cima del pilastro e allora ecco che l'arte dell'artificiale torna utile, un bel passaggio su staffe improvvisate e con fatica mi ritrovo a battere un'ottima sosta nella fessura soprastante.  
Da li in poi tutto procede liscio, e lungo una via di fuga più facile guadagnamo la cresta delle Chianevate che ci regala un tramonto stupendo, sospesi sopra le nuvole.


Infine una lunga discesa nella nebbia e nel buio...Lasciandoci una profonda stanchezza e un dubbio atroce: se non fosse mai passato nessuno, come avremmo reagito di fronte alle difficoltà? Saremmo passati? Avremmo osato abbastanza su quei muri così repulsivi?O avremmo vigliaccamente VittorioVenetizzatto con delle tristi doppie?!  

Un giorno saprò rispondere a queste domande, per ora mi accontento di questo piccolo assaggio di ingoto. Ignoto dentro la parete, dentro la roccia ma sopratutto dentro di noi e dentro le nostre paure; tutte da scoprire.

                                         CapoRom

mercoledì 21 settembre 2011

Deep Carnia; speriamo... Parte 1


Eh si! Alla fine abbiamo portato Lollo in Carnia! Desiderava tanto conoscere questi luoghi selvaggi e impervi. Dove con un' ora di cammino si sta in pace, lontani da qualsivoglia disturbo visivo e acustico. Ormai è già notte fonda mentre noi piantiamo la nostra tendina, ci godiamo le sagome dei monti stagliarsi contro il cielo stellato ed assaporiamo l'aria fresca di montagna, che pian piano porta via il calore e l'apatia della pianura. Nonostante ciò ho comunque voglia di infilarmi al più presto nel sacco a pelo, un po' per la stanchezza ed un po' perchè non vedo l'ora che arrivi l'indomani, è una settimana che non arrampico e ho una voglia matta di toccar roccia; ma forse non è solo questo. C'è un'altra cosa, si. Un'altra sensazione...

Durante il tragitto in auto dove le grandi menti dei membri del G-Team che partecipano alla gita si confrontano e alimentano le loro seghe mentali più potenti, fomentati dal tiro de bobazza di Lorenzo Lamas, decidono che per questa volta non andranno a ripetere nessuna via ma ne creeranno una di sana pianta dall'inizio alla fine! In barba ai carnici ed ai propeller. Chiaramente la via dovrà seguire una linea logica suggerita dalla parete, non sormontare altre vie esistenti, salire su roccia ottima su una parete alta ed impegnativa e ovviamente dovrà avere un certo Triler e difficoltà! Tutti ingredienti facili da trovare...

Al mattino il risvegli è un po' difficoltoso, ma pian piano tutti ci mettiamo in moto sotto un cielo striato di nuvole. Vabbè siamo in deep Carnia, è normale. Solo Lollo ci mette un po' ad attivarsi, appena con l'odore del caffè esce dalla tenda e dopo un sorso si mette a fare burnout (svise e cerci) con la sua Harley gridando Ohhh, Sborrrraaaa, Ohhh!! a tutte le vacche che pascolano lì intorno con fare ostile e minaccioso nei nostri confronti. Sedate le cariche delle erbivore finiamo i preparativi del materiale e l'abbondante colazione!
Non so ma ho come il presentimento che già singolarmente i nostri membri avessero qualche velleità creativa o almeno esplorativa perchè tutti e quattro abbiamo portato, senza preavviso, un nutrito quantitativo di giangobaglie. Come tanti chiodi e cordini anche vecchi oltre che gli immancabili nut e friend. Fattostà che ci si incammina lungo il ripido sentiero e siccome noi ci siamo attardati nei preparativi e Lollo con le vacche, il passo sembra da gara di skyrunning tant'è che abattiamo abbondantemente il tempo scritto sulla tabella segnaletica, il che in Deep Carnia per me è un record. Beh ma d'altronde chi poteva trascinare il gruppo su per il senitero se non il Majster?! Saliamo talmente veloci che arrivati ai piedi della parete ed alzato il naso all'insù ci rendiamo conto che la nebbia l' avvolge completamente. Ma ovviamente la nostra perfetta conoscenza del luogo, delle linee di salita e della nostra linea immaginaria studiata a tavolino ci saranno d'aiuto per trovare l'attacco. Ed invece no... Perchè? Beh semplice io non ci vengo qui da due anni, il Majster poco via , l'unico è il Reverendo che quest'anno ha già transitato per ben due volte in queste zone. Allora come fare per individuare una linea sulla parete, ma sopratutto come capire se ci passa già una via oppure no? Mentre io ed il reverendo studiamo le misere foto della parete con tracciata qualche via e attendiamo che la nebbia si apra, il majster si aggira furtivo lungo i ghiaioni (giare) addossate alla parete.

RomBoss “ Ciò vara la dei, ciapemo driti su per quela placa taiemo la via de Mazzilis e andemo su driti”
Reverendo “ Ma vara de la, forsi xe meio! No te piaxi quel placon?!”
Rom Boss” Uh Uh, Varda che bel tetin, xe anche fesurado, te ghe cazi do frend e no sembra poi tanto duro”
Reverendo” Varda de la, passa una via, e quela fessura?”
RomBoss “ No dei, de la te finisi sule giare verticali più su!”
Reverendo “ Ara che deso se verzi speta un'atimo che fosri vedemo qualcosa”
RomBoss “ Si dei, saria ora! Maledetta la meteo carnica!”

Di colpo il Majster esordisce con:
Ciò FINILA! ARA LA, DRIO EL SPIGOLO XE PIERA GRIGIA, CIAPEMO SU DE LA E PO' SE VEDI, QUEL CHE XE XE!
I miei occhi incrociano quelli del reverendo e all'unisono esclamiamo: “ Te ga ragion! Andemo de la e vafanculo!”

Gli spaghi vengono filati, infatti la prima parte sembra comunque impegnativa. Il Majster si attacca tutti i disonoranti e le giangobaglie e dopo essersi legato inizia a salire per i primi metri di quella che poi passerà alla storia come la famosa “Placca Harley! Roccia ottima poco proteggibile!” L'attenzione del rocciatore è alta, deve piantare due chiodi di (semi)sicurezza ma poi alla fine dopo 40 metri prepara una sosta ed iniziamo anche io ed il reverendo a salire apprezzando il bel tiro che all'apparenza sembra essere rimasto vergine fino ad ora.

Dalla sosta parte il nostro impavido Reverendo che attratto da una bellissima placca compatta tira fuori il meglio di sé per percorrere quei cinque metri in traverso su una placca liscia ed improteggibile rinominata subito “ Traverso Six Killer” per poi con sommo rammarico trovare alla base di una fessura strapiombante e marcia, due chiodi! Due chiodi lasciati da chi sa chi! Probabilmente proveniente dalla nostra destra. Ma senza troppe ciance il reverendo riparte e supera facilmente la fessura e prosegue verso l'alto per poi ritrovarsi a battere un chiodo con un sasso perchè i due martelli li ha lasciati in sosta... ma con ardite manovre di corda riusciamo a fargliene avere uno. Rinvigorito dal potere del Martello il reverendo corre veloce in sosta!
Raggiunta la sosta mi rattristo perchè vedo due chiodi ruggini ed un vecchio cordone. Che tristezza qualch' uno è già passato. E adesso dove andiamo. Beh semplice, se la logica ci porterebbe su per un invitante diedro sopra le nostre teste (come probabilmente hanno fatto i nostri predecessori) , il Reverendo decide di salire a sinistra lungo una fessurina e superare uno spigoletto con dei passaggi non banali. Dopodichè lo perdiamo di vista e seguiamo per un attimo le corde che scorrono lente. Il tempo passa, soffia un leggero venticello ma si sentono solo i propeller che scivolano veloci nell'aria e si inabissano nelle profondità bianche della nebbia che ormai ci avvolge. Il silenzio è molto forte, si fa sentire è quasi assordante! Finchè ad un certo punto si sente un leggero brontolio in lontananza. Come un tuono. Ma non può essere, fino a sera tardi non dovrebbe piovere. Ma le regole meteo che valgono per il resto del mondo qui in Deep Carnia sono solo futili seghe mentali. Quindi Berto con rassegnazione mi fa notare che tra un po' potrebbe andare peggio, cioè potrebbe piovere...
Allorchè sentiamo un rumore metallico che passando attraverso la roccia ci giunge attutito alle nostre orecchie. È il reverendo che sta facendo sosta. Dopo un po' , anche troppo, è sempre il reverendo che batte chiodi. Ci guardiamo:

Majster “ Ciò me par a mi o no riva batter dei boni ciodi?!”
RomBoss “ Ma noooo, secondo mi ga capì che dovemo ritirarse e sta armando una sosta coi contro per far na doppia sicura.”

10 sec di silenzio e poi dall'alto:

Reverendo “MULIIIII “ … “ LA SOSTA “ … “ FA … SCHIFOOOOOO”

Sguardi contriti passano per un' attimo sulle nostre facce ma poi siamo già partiti per raggiungere la sosta da schifo lungo il tiro chiamato “ Dreaming California Sunshine” lungo una facile fessura di stampo californiano... Appena arrivati in terrazzino le nuvole si spalancano inizia a soffiare un forte vento e iniziamo a sentire le prime gocce d'acqua e dopo poco i primi granelli di grandine accompagnati da tuoni e dai lampi che però ci lasciano in pace restando a giocare in alto lungo le creste...

Al che tutti in coro gridiamo al cielo “ YEAHHH THE STORM” ed iniziamo le calate in doppia sotto la Storm

Qui alla sosta “ Shining Belay” si interrompe la nostra nuova o seminuova linea di salita... Il dispiacere della ritirata verrà mitigato con la speranza di tornare al più presto a finire questa via, che da quello che abbiamo potuto intuire avrà di sicuro una bella (e probabilmente indipendente) prosecuzione verso la cima!


E Lorenzo? Beh Questa volta Lollo si era portato Pamela per farle conoscere il G-team e per portarla un po' ad arrampicare . Solo che con tutte le sue paturnie, le unghie che si rovinano , il freddo, i capelli che si sciupano con l'umido. Poi con quelle Tettone in placca non ci si muove molto bene, pamela preferisce gli strapiombi. Quindi erano un po' lenti e sono rimasti indietro, poi alle prime avvisaglie di pioggia se la sono svignata (mokada) in qualche raduno di motociclisti nel sud del Friuli a mangiare frico, polenta e salsicce (luganighe)




                                                                         RomBoss

venerdì 16 settembre 2011

All together in Carnia with Lollo and his fucking vaccas!

Hi Muloni

Thank you very much to you all. I've just seen my foto with the Rom-Boss, the Maister and the Reverendo when we were in cengia last sunday and I've felt immediately like a bobazza even more than usual!
I'd really like to enjoy your team and become an effective G-Team member because you all are completely fora and I like to be with people that are out like horses. However I've noticed that you are usually out of figa so, if it is needed for my subscription, I can bring some vaccas that I surely gonna catch in a sagra or in the baretto of Osp.
Tomorrow nite I gonna do a lot of cerci with my harley davidson in front of the church of Timau and then we go for puttanas in Villach. Do you wanna join me?

giovedì 15 settembre 2011

Thank's Lollo!!

Thank you Lorenzo Lamas (Lollo) for a nice week-end wich we have climbed in the middel of the propeller land! Thank's a lot for your very tiro of  Bobaza!



Dal Glossario:

Mignotauro:
  Specie estinta che deriva dall’incrocio tra bovino ed ovino; animale simile ad una capra con le corna da toro, caratterizzato da un forte ed inconfondibile odore di caprone. Fino a pochi anni orsono degli esemplari vivevano in zona canarini e giardini d’inverno, ed erano soliti rosicchiare le corde dei rocciatori o gettare dall’alto addosso agli arrampicatori pietre e detriti vari. Sovente il rocciatore che arrivava al termine della via si trovava qualche esemplare infastidito con le corna puntate, per cui doveva farsi calare rapidamente. Per questo l’animale era apostrofato come figlio di mignotta, da cui mignotauro! L’estinzione sembra sia dovuta al cambio di gestione dell’osteria del paese sottostante! A quest’animale ormai mitologico e’ stata dedicata la celebre via: il labirinto del mignotauro, unica via a piu’ tiri ai canarini!


martedì 13 settembre 2011

Finalmente il glossario del G-Team

 Siccome è possibile che molti di voi comuni esseri umani non comprendiate appieno il significato di certi termi e locuzioni utilizzate da gran parte dei Membri del G-team, abbiamo redatto (con l'aiuto di tre dei migliori cervelli del Team) un pratico Glossario.
Speriamo vi sia d'aiuto anche per godere appieno delle avventure vissute dal G-Team!

  Pubblichiamo qui di seguito due esempi del glossario che trovate completo (ed in continuo aggiornamento) nell' apposita pagina! Buona lettura.


PROPELLER: Corvide generico da vetta












FREE STYLER: Ignorare palesemente la linea logica e indicata dalla relazione per seguirne una suggerita dal proprio istinto

domenica 4 settembre 2011

Tratto dal Vangelo secondo il Reverendo.


Caporetti 13,17

15Nell'anno settantunesimo dalla morte di Emilio ovvero trentanovesimo dalla caduta di Enzo e seconda luna del sessantaquatresimo semestre dalla scomparsa di Ernesto, Gheyshiro del popolo San Giacomino e il Reverendo delle tribù Rosandre si incamminarono alla conquista dell'alpe contro la volontà di Javeh. 17 Essi si dirigevano al cospetto del Deye-Peters nelle terre di Ernesto bramosi della vetta ma ciechi ai segni del signore. Javeh reputò tale azione un grande sdegno nei suoi confronti e istruì i cherubini affinchè, con opportuni segni, mostrassero ai due rocciatori l'umiltà dell'alpinismo. Il primo cherubino fermò il loro cammino spostando le auto dell'autostrada e incolonnandole per sette chilometri dal casello che giace nella terra del lisert presso le foci del fiume timavo che delinea il confine con le terre bisiacche. 20Gheyshiro uomo astuto ma con il cuore chiuso al tocco della mano del signore condusse il suo veicolo lungo strade statali che sfuggivano all'occhio del cherubino. Questa azione fu odiosa agli occhi di Javeh che disse al secondo cherubino "Vai e arresta il loro impuro proposito con l'acqua che bagna tutte le fessure e fa cadere il rocciatore". 23Così i nembi fecero cadere acqua e ghiaccio dall'alto dei cieli sulla nazione di Pontebba innondando tutte le rocce al punto che i fiumi riversavano acque marroni per l'ira del signore. Tutto ciò fu molto grande e intimorì il Reverendo che disse a Gheyshiro "I nembi sono avversi al diedro del Deye-Peters, orsù dirigiamoci al pilastro della plote che sorge maestoso ai piedi della creta delle Chianevate che sorveglia Timau poichè laggiù il sole splende e la nostra vittoria sarà grande". 27I cherubini videro tutto ciò ed inviarono un vecchio eloquente che era padre di un padre appartenente alle tribù che vivono a sud del fiume tevere. Egli proferì le medesime parole "Non dirigetevi all'alpe poichè voi siete giovani e belli. Grande sarà il vostro giovamento se andate nella città di Villacco che giace a nord delle Giulie perchè laggiù è abbondante e facile il sollazzo della vagina. 30Stupefacenti sono le mie prestazioni con l'alchimia del viagra". Ma il fiero Gheyshiro rispose "A noi non interessa la vagina poichè siamo alpinisti e grande sarà la nostra vittoria in carnia". Uscirono dalla porta sud di Pontebba e si diressero verso la carnia dove si accamparono con i loro armenti ai piedi della creta delle chianevate. 33Si svegliarono all'alba al terzo canto del gallo per preparare il materiale. Javeh indignato inviò un arcangelo a confondere l'attrezzatura e così Gheyshiro dimenticò il conetto. Con cuore cieco ai segni del signore Gheyshiro ed il Reverendo fecero l'avvicinamento con impeto.35 Visto ciò i cherubini inviarono dei rocciatori teutonici che vivono a nord delle alpi carniche nella terra dove il sollazzo della carne è facile ad ottenersi. Precedettero i blasfemi e traversarono con eleganza la temibile cengia del primo tiro ma con astuzia i cherubini tolsero gli appigli della placca e il primo rocciatore cadde per sette e sette cubiti. 37Grande fu lo sgomento alla vista della caduta ma Gheyshiro il cui animo è saldo e non si atterrisce attaccò la prima lunghezza mettendo tre protezioni in sette cubiti di lunghezza. Javeh vide ciò e grande fu il suo sdegno. Scese lungo la via e levigò le prese della fessura impedendo il passaggio ma l'astuto Gheyshiro si fermò e fece salire il Reverendo poichè invincibili sono le sue dita. 40Il Reverendo passò e gli alpinisti conquistarono due lunghezze pari a uno stadio con tre protezioni. Riprese la lotta Gheyshiro ma il signore che è misericordioso, inviò due gracchi neri in segno della sua ira. Gli uccelli volteggiarono tre volte con sette canti dal tono grave e Gheyshiro perse la diretta via perseverando lungo una cengia marcia che solo i capretti sono avezzi a praticare poichè è rigogliosa di erbe e frumento. Il Reverendo risalì e riprese la diretta via perchè salda è la sua stretta.43Tutto ciò fu molto odioso agli occhi di Javeh per l'impeto con cui il Reverendo tirò gli svasi delle placche sacre interdette agli uomini. L'ira del signore fu grande e sotto il suo segno una lama solida divenne marcia riempiendo di sgomento il cuore di Gheyshiro che implorò al compagno di essere calato come è di uso nei caporetti.45Grande fu la sconfitta di Gheyshiro ed il Reverendo perchè ciechi alla vista della volontà del Signore pretesero la vittoria della vetta dopo i sette segni ostili inviati da Javeh.

                                                                           El Reverendo