Frase della settimana
"Le falesie xe la sagra dell' illogico"
T.Gigio
Le avventure... raccontate dai protagonisti!
Paklenica The North Face
Dopo aver battuto il record di permanenza su Velebitaski, (6a+, 350m, partenza alle 10, attesa fin le 11, 8 ore e 20 minuti in totale, ritorno alle 9 senza frontale), mentre i nostri eroi scendevano al buio verso il parcheggio, consapevoli della loro impresa ma anche che non era tutto merito loro, ma anche di alcune lente cordate che li precedevano, nella loro mente prendeva forma un altro progetto ardito, un’idea incredibile, al limite dell’impossibile...alzare la posta in gioco...
una via piu’ dura, partendo ancora piu’ tardi!!!!!!!
Schiaritesi le idee con alcune birre nella locanda di Dinko, e su subdolo suggerimento dei lori compagni Gayioni GAYLANDER e COCACOLA, la scelta cadde su the Show Must Go On, 6c! Nessuno aveva mai osato farla in due giorni!
Che arditi!
Ripudiando ogni forma di aiuto tecnologico (frontali...) il GAYSHIRO si vide pero’ costretto, ma con grande disappunto anche del compagno, a munirsi di telefono cellulare GSM GPRS quadri band bluetooth con fotocamera 2Mpixel, mp3, IRDA, per fare gli auguri di Pasqua alla mamma, e cio’, come si vedra’, risultera’ provvidenziale per i due sfortunati!
Cosi’ l’indomani, alzatisi con tutta calma, dopo abbondante libagione, dopo aver preparato attrezzatura e viveri per la giornata (4 biscotti e due noci GAYSHIRO, 6 uova GAYKING, poi ridotte a tre dopo insulti vari del compagno di cordata, 1,5l di acqua), i due impavidi si avviarono alla volta dall’Anica Kuk, sbagliando ovviamente attacco e anche parete, direi quasi montagna, e venendo richiamati verso il giusto sito dai loro amici GAYLANDER e COCACOLA, che erano gia’ in parete e li avevano visti spaesati e in dfficolta’ sul sentiero!
Ma bando alle ciance, la cordata attaccava tra le 11 e le 12, piu’ verso le 12 si suppone. Giunto al primo spit 5m piu’ in alto, dopo le prime bestemmie e imprecazioni, GAYSHIRO tirava il primo sospiro di sollievo, mentre nelle menti degli eroici alpinisti gia’ si adensavano le nubi di un possibile fallimento, o peggio ancora di un esito drammatico della spedizione, come fu! Fugate queste prime perplessita’, la cordata continuo’ la scalata al garibaldino grido di: “qui o si fa l’Anica o si muore!”
Cosi’ i due macinarono un tiro dietro l’altro, a tempo di record (negativo)
Al termine del terzo tiro, il piu’ duro, GAYKING proponeva un vile caporetto, la discesa in doppia. Cosa avrebbero raccontato alla stampa, alle famiglie, agli ammiratori, ma soprattutto a se stessi, quando per anni avrebbero sognato di tornare in quel luogo, in quel momento e di prendere la sola decisione possibile: COMBATTERE! GAYSHIRO ancora (per poco) arrogante cerco’ di convincere il compagno a continuare esibendosi in 15 minuti di pose culturistiche, gonfiando bicipiti e pettorali, e urlando di sentirsi in gran forma. Non sapeva che la gran forma lo avrebbe abbandonato dopo il tiro successivo...Un’altra carta giocava a favore del proseguio dell’impresa: i due sventurati non erano molto sicuri sul nodo da fare per unire le mezzecorde per fare le doppie, nonostante la mattina avessero avuto un breve consulto con i loro amici del GAYTEAM: d’altra parte la ritirata non era mai stata presa in seria considerazione dagli impavidi!
‘Il dado e’ tratto’, si disse, e la cordata prosegui’! ma la stanchezza si faceva sentire, le braccia erano gonfie per la fatica, le dita non stritolavano piu’ le prese come nei primi tiri. La sete era tanta, tanto piu’ che GAYKING, che aveva preso possesso dello zaino con viveri e acqua, negava a GAYSHIRO di fermarsi e dissetarsi per non perdere tempo! Lo minacciava di frustarlo in piena parete, cosa che in altro momento a GAYSHIRO non sarebbe dispiaciuta!
Ma una serie di imprevisti rallento’ notevolemnte la corsa della cordata verso la vetta. Giunto sul fondo si un oscuro e malefico camino, GAYSHIRO non se la sentiva di continuare la pericolosa scalata priva di protezioni. Improvvisata una sosta e richiamato il compagno, questi prendeva la situazione in pugno, piazzando un friend, poi un nut, che non avrebbero retto neanche la cacchetta di un colombo, ma che gli consentirono di raggiungere il primo agognato spit. Incitato dalle urla di tripudio e ammirazione del compagno GAYSHIRO, GAYKING raggiungeva l’ennesima sosta! Ma mancavano ancora quattro tiri, di cui due temibilissimi. Il primo fu affrontato di petto da GAYSHIRO: si era diciso di adottare una tecnica di arrampicata un po’ meno ortodossa, l’A-zero, per velocizzare la salita, e GAYSHIRO aveva preso alla lettera questa disposizione. D’altra parte il GAYSHIRO e’ uno dei piu’ fini artificialisti della scuola della Napoleonica: inizio’ ad azzerare su spit, nut e friend, monotrazionando su protezioni da lui messe ad arte. In men che non si dica fu in sosta: ma un’altro imprevisto incombeva sugli sventurati: le corde si erano impigliate sotto la sosta di GAYKING, il quale dovette farsi calare nel vuoto piu’ assoluto dal suo compagno. Riponendo la massima fiducia in GAYSHIRO e con distaccata tranquillita’, dopo essersi convertito contemporaneamente a cattolicesimo, islamismo, shintoismo, e culto della dea Kali’, dopo aver giurato di fare il pellegrinaggio Roma-LaMecca indossando le miura di tre numeri piu’ piccole, GAYKING si fece calare, districo’ le corde e risali’ leggero, anche perche’ aveva perso qualche Kg nell’operazione!
Ancora un tiro duro attendeva la cordata: GAYSHIRO arrampico’, azzero’, traziono’, lancio’, il tiro sembrava fatto, finche’ comparvero...le rigole! Il GAYSHIRO, noto artificialista, detto anche Enrico la t-ctacca perche’ le sue dita tengono le tacche come gli artigli di un’aquila afferrano l’agnellino appena strappato al calore della madre, nutre un terrore viscerale per le rigole, che nel suo subconscio rappresentano le curve di una donna che lui non riesce ad afferrare. Dopo un breve consulto con il grande Emilio, teste’ apparso sulle rocce piu’ in alto, decise nuovamente di richiamare il compagno, e di affidare a lui l’ardua impresa di conquistare la sosta. GAYKING, ben lieto di continuare lui la scalata ardita e pericolosa, riusci’ con delicato incastro stile camino a superare l’ostico passaggio, sempre tra le urla di gioia ed incitamento del compagno, che gli prometteva di lavargli la crapa per almeno un mese! Una nuova sensazione si faceva strada nei due guerrieri...ce la potevano fare. Mancavano due tiri solo, sulla carta piu’ facili...ma la stanchezza era tanta, e la roccia riservava ancora tante insidie.
Il penultimo tiro fu pero’ un’agonia. Le ombre delle montagne ormai si distendevano nella valle di sotto, tanto che la stretta valle e l’ampia radura erano diventate un tutt’uno, il sole stanco lasciava l’emisfero al dominio delle stelle!
Il GAYSHIRO, che ormai parlava con le rocce e apostrofava in malo modo le rigole che continuavano ad impestare il nuovo tiro, perse la retta via, seguendo radi ma fallaci spit che lo portarono sull’uscita di un’altra via. Questa era stata tracciata da un noto criminale di guerra dell’esercito croato, che per trarre in inganno le truppe serbe che si arrampicavano per di la, aveva gradato la sua via in modo molto molto’delicato’. L’ultimo 5c praticamente equivaleva a un 7b S4 con 6c obbligatorio. Persino il GAYKING, partito per l’ultima scalata, si arrese di fronte alle estreme difficolta’, anche perche’ non si vedeva ormai piu’ nulla, e forse era meglio cosi’!
Ormai rassegnati ad un destino crudele, i due eroi si sistemarono alla meno peggio sotto l’ultimo risalto di roccia, cercando aiuto col telefono cellulare GSM GPRS Bluetooth ecc.!
Tutto il resto...i soccorsi, le urla, le lacrime, gli abbracci, i trenini... e’ ormai leggenda! Gheyshiro
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