Frase della settimana

"Le falesie xe la sagra dell' illogico"
T.Gigio

venerdì 20 dicembre 2013

Find your way 2013...and we found it!

Sabato passiamo a trovare Giulia che ultimamente scarseggia con la Powder. Invece sembra sia ben fornita di Ice, un’ altro dei suoi forti stupefacenti invernali. Puntiamo quindi a Kranjska Gora dove ci illudiamo di salire rapidamente una corta cascatina di appena 250m. Però si sa che con Giulia non si scherza, soprattutto con la sorella più severa che parla sloveno, Julia. Anche una veloce scappatella si può tramutare in una piccola avventura. Noi ricerchiamo il Fast and light… lasciamo alla base gli zaini e con essi tutti i confort come tè caldo, frutta secca e cioccolata. Non si sa però per quale strana formula matematica i metri da percorrere si moltiplicano. Tuttavia la fortuna non manca di aiutare, o come in questo caso di illuminare, gli audaci. Per esempio donando a quattro alpinisti furboni e senza frontali, due splendide ore di camminata nella neve al chiaro di luna dopo seicento, e non duecentocinquanta, metri di ghiaccio e misto. Fatto sta che dopo le varie tribolazioni giuliane e dopo l’ ormai immancabile Ricet(zuppa a base di orzo), birre e pelinkovac(se non lo conoscete mi dispiace per voi) alla Koca na Gozdu, riusciamo finalmente a raggiungere Gemona e approdiamo alla serata organizzata al Find Your Way. Ovviamente se ne sono andati quasi tutti e vediamo l’ospite d’onore che saluta ed esce dalla sala. Ma come, proprio ora che è arrivato il GheyTeam! Nessun problema, recuperiamo immediatamente gli amici che ci aspettavano e ne conosciamo di nuovi, poi tutti assieme proseguiamo la serata e ci trasferiamo tutti dalle Tettone per dissetarci con ancora qualche birretta. Verso le quattro del mattino si iniziano a vedere i primi segni di cedimento, più che giustificati dal fatto che siamo svegli da ormai 24 ore. Come si usa dire “ a qualchidun ghe cala la palpebra”. Si decide quindi all’unisono di andare a dormire almeno qualche oretta.A questo punto, ci sembra doveroso ringraziare infinitamente Stefano per l’ospitalità e ammiriamo il coraggio di accettare nel suo focolare domestico quattro Membri del GTeam. Forse non sapeva a cosa sarebbe potuto andare in contro ma gli è andata bene. Fortunatamente, la sua coinquilina non è rimasta incinta e nonostante l’attacco da parte dei Serial Farter è riuscita ad attraversare furtivamente il soggiorno nel quale eravamo alloggiati per scappare da quella stalla di pecoroni. Al mattino un bel risveglio con un pezzettino di zenzero sott’aceto e poi via verso le rocce carniche! Ci fermiamo solamente per una veloce colazione a Villa Santina( non serve che vi dica in che bar, tanto lo sapete già)! In falesia, a Villa Nuova c’è già parecchia gente, e mentre scaliamo (ecco che) arrivano le star: Ondra ed Eva! Il clima ci sembra un po’ troppo serio ma forse è solo una nostra impressione, generalmente siamo abituati ad un po’ più di cagnara. Siamo i soliti casinisti! Alla fine mi sembra che tutti si godano la giornata di quel splendido sole carnico che tutti conosciamo. Ma noi attendiamo il calare della sera e i sorsi dei primi calici perché sono proprio questi, gli attimi di spaesamento in cui i subdoli (e anche un po’ alcolizzati) Membri del GheyTeam agiscono e mettono in atto i loro loschi piani.
Il sole è sceso dietro le cime e tutti si apprestano a ritornare all’auto perché a breve ci si ritrova a Carnia per la conclusione del meeting che prevede l’estrazione dei premi e una bella mangiata di pasta. A noi però interessa di più il lato enologico della serata. Dopo le formalità arrivano la pasta e le bottiglie di vino. Siamo tutti un po’ provati da questi due giorni ma dopo due calici ritroviamo il giusto vigore e mentre si sta distribuendo il mangime, cogliamo l’attimo di distrazione delle furbe, quanto affamate BodyGuard Carniche per accerchiare Adam, offrirgli un po’ di vinello e scambiare qualche parola e qualche info arrampicatoria. Come per esempio, i movimenti chiave di Change: non si sa mai che capitiamo da quelle parti! Per rimanere nel tema del meeting ci sembra che forse ( e non a caso) sarà proprio lui ad indicarci la way da seguire. Purtroppo però arrivano i fans a salutarlo e con essi le Guardie del Corpo che hanno iniziato ad insospettirsi. Nessun problema, l’occasione si ripresenterà, basta attendere! Se ne sono già andati tutti ma noi teniamo duro a colpi di calici e prima che Adam torni in albergo scambiamo con lui ancora qualche parola e gli regaliamo la mitica maglietta del GheyTeam! L’ultima rimasta! (Adam, forse la XL ti starà un po’ grande, ma si sa che in saldo, di solito, rimangono o le taglie piccole o le taglie forti! Comunque sia siamo convinti che ti vedremo in qualche foto o video con la nostra maglietta!) Poi, mentre ci dirigiamo a Tolmezzo per bere il penultimo e ultimo bicchiere, incontriamo nuovamente Adam, che assieme alle bodyguard, passeggia con il nostro stesso intento. Così, vagando alla ricerca di un locale, chiacchieriamo e riceviamo la rivelazione! Piccola premessa: Noi già da tempo conosciamo e pratichiamo la scalata notturna sul scudo e sotto additivi di vario genere. Però non siamo ancora riusciti ad evolvere tale pratica. Insomma, via straconosciuta e con la frontale, una cosa che già da anni si usava fare in Napoleonica, niente di nuovo. Veniamo quindi a sapere che la sera prima Adam ha scalato Chernobjl, a Illeggio, a vista con l’ausilio della frontale. Questo non sarebbe niente, perché anche se per noi( e non solo noi credo) quella via è un mito, che volete che sia un 7a+ per il mitico Ondra. Subito dopo però, ci racconta di aver anche fatto un 8b bendato! Questo, si chiama scalare, altro che 9b+! Ecco, il nuovo obiettivo del GheyTeam sarà scalare bendati oppure a vista, di notte, al chiaro di luna e con la frontale! Galvanizzati da questo proposito decidiamo di bere l’ultimo(che non fa mai male) e poi dirigerci alle pendici del monte Strabut per iniziare l’allenamento. Chernobjl on sight! Adam sembrava avesse in progetto di tentare California(8a sempre ad illegio) in questo stile da veri duri, però si sente un po’ provato da questi due giorni, quindi, decide di rimanere in albergo mentre noi andiamo lungo la nostra strada: Betania by night! Quindi per citare le parole del Majster: Come ogni week end il GheyTeam ha cercato la propria strada un po’ dappertutto; prima sugli ostili pendii delle Giulie poi sulle rocce di VillaNuova ed infine nei calici di vino per poi trovarla nelle amichevoli parole di Adam e sulle pendici del Monte Strabut, al chiaro di luna e di fronatale!
Ora, vorrete anche sapere come è andata giusto? Per poco non riusciamo nella (credo) seconda onsight by night di Chernobjl, sarà da allenarsi ancora per le prossime uscite notturne post festa! Ovviamente intensificando il famoso Allenamento Neuro, basato sulla Neuro’s Theory! Come sempre lasciamo la Carnia felici, contenti e con il proposito di ritornare al più presto a scalare in quelle falesie e falesiette, per noi, tutte da scoprire o riscoprire. A conclusione di tutto ovviamente non poteva mancare la ciliegina sulla torta! Sulla strada del ritorno il RomBoss ed il Majster, viaggiando a bordo della mitica MerdaMobile del RomBoss, si sono trovati con l’auto grippata e quindi appiedati. Immediatamente è scattata la chiamata al centralino del GheyRescueTeam che li ha prontamente recuperati e riportati a casa! Purtroppo la MerdaMobile non si è più ripresa, perciò, ora, il RomBoss si trova senza mezzo di locomozione a motore. Stiamo, quindi, raccogliendo dei fondi per comprargli un mezzo nuovo e per il momento siamo a 12,50 euro, 56 kune, 7 marchi convertibili bosniaci, 1500 delle vecchie lire e qualche tallero ( no so ben quanti, devo controllar). Se vi sentite di contribuire scrivete alla mail del GheyTeam e vi daremo i dati per il bonifico! Accettiamo qualsiasi valuta! Grazie

                                            RomBoss

venerdì 6 dicembre 2013

Arrampicare in Carnia con...

Una piccola premessa:
Non capiamo bene perché hanno invitato ad arrampicare in Friuli un ragazzo che viene dalla Repubblica Ceca! Perché non invitare il nostro Topo Gigio che ha meno strada da fare. 
Chi è questo Adam Ondra? Sarà bravo a scalare? Speriamo almeno sappia sciare, nel caso nevichi lo portiamo sul Lussari nei boschetti Powderosi!

Per voi, cari lettori invece un invito dagi amici carnici a partecipare a questo interessante meeting! Lo sappiamo bene che molti di voi ( soprattutto Triestini ) snobbano un po' le vicine falesie friulane! Questa ci sembra un' ottima occasione per andare a conoscere meglio quelle belle pareti e le legnate che sanno regalare! Scherziamo, quei bei muri di calcare danno anche tanta soddisfazione e sicuramente in un meeting come questo anche tanto divertimento! Poi magari vi riesce pure di rilasciare un autografo a sto Ondra!
 Buona scalata a tutti e Sborra!  

Per informazioni sul programma, le iscrizioni, ritiro pacco gara, party serale, pernottamento ecc:

oppure scrivete a: gheyteammail@gmail.com




giovedì 5 dicembre 2013

Bosnia Experience 2013 the Trailer!!

Un assaggino della nostra prima (e sicuramente non ultima) esperienza bosniaca!
Un sentito ringraziamento a Igor, che ha avuto il coraggio o l'incoscienza di invitarci e a Dženan che ci ha sopportato per ben cinque giorni! Ovviamente anche grazie a tutti i ragazzi e ragazze di Banja Luka che abbiamo avuto la fortuna di conoscere!
Sborra e buon ciuccio a tutti!

Here's a little taste of our first (but for sure not the last) bosniac experience. A big thank you to Igor that had the courage and was crazy enough to inviting us to Dženan and that bear with us for five days! Of course a big thank you goes also to all the guys and girls of Banja Luka that we had the pleasure to meet! 
 Sborra and good ciuccio!

Clic here to watch: Bosnia Experience 2013







sabato 16 novembre 2013

Bolting by Night

Bosnia 2013 parte prima 



 Sono passati un po’ di mesi dall’ultima volta in cui ho controllato la mail del Ghey Team quindi decido di darci un’ occhiata. Sono seduto davanti al pc in una calda sera di fine agosto. Scrivo Username e Password. Si apre la pagina della posta in arrivo e noto una serie di mail ancora da leggere. Le scorro in ordine cronologico dalla più recente alla più vecchia. Noto le solite mail dell’ Erotomane dal contenuto, diciamo un po’ osè. Poi ci sono i soliti messaggi di pubblicità ed in ultimo osservo la mail di un certo Igor. Al momento penso sia la solita spam ma inizio comunque a leggere: 

 “ Hey guys, I just saw your video from Kompanj, so different from any other climbing video! :-) … “ 

Alquanto stupito ed interessato continuo a leggere: 

 “ If you are interested to come to Bosnia to bolt some routes with us, we would be glad to host you…” 

In allegato trovo dei link veramente interessanti con delle foto davvero succulente, altro che osè! 
Ovviamente preso dalla più orgasmica euforia giro il link a chi di dovere e inizio a riguardare le foto dei vari link. Ad un certo punto però mi viene in mente un piccolo dettaglio e guardo la data della mail. 23 Maggio 2013. Cazzo! Siamo in agosto! Di sicuro questi si sono ben che dimenticati di noi! 
Allora propongo al buon Reverendo, che padroneggia molto meglio di me l’ inglese, di scrivere una timida mail di risposta scusandoci del ritardo e specificando chiaramente che saremmo ben lieti di venire a visitare la Bosnia verticale … e non!  


Adesso è giovedì 31 ottobre 2013, approssimativamente le 6:30 di sera e il tramonto mi ha appena adagiato fra le braccia di una bella notte stellata. Mi accendo la sigaretta che ho appena rollato e per un attimo illumino la roccia che mi sta di fronte. Faccio due boccate belle profonde così da infuocare per bene la brace. Ovviamente la frontale l’ho lasciata nel cruscotto dell’auto parcheggiata a Gorizia. Un attimo fa mi è caduto un fix che ora sarà già arrivato a terra mentre io sono ancora qui, appeso ad un solo tassello della sosta che stavo montando. Ho finito tutti i tasselli. Dovrei preoccuparmi? Non credo proprio, mi piace stare in parete di notte. Non avendo tante cose da guardare non ti resta altro che fumare una sigaretta(se ne hai) e concentrarti su qualche pensiero … 


 Mi chiedo come è possibile che, in questo istante io sia appeso ad una parete di un grande Canyon a chiodare una nuova via multipitch, in Bosnia e per giunta accompagnato da un climber locale. Sembrerà strano ma a volte basta poco, un video un po’ fuori dal coro ed ecco che qualcosa si mette in moto. Abbiamo osato socchiudere la porta dei Balcani per sbirciare cosa ci fosse dall’altra parte ed ecco che essa si spalanca. Ma non solo, ci viene pure tesa una mano per entrare senza troppa fatica. Potevamo rifiutare? Ovvio che no! Ieri siamo arrivati a Banja Luka per le sei di sera e non si sa come il Majster conoscendo tutte le strade della città ci porta in un batter d’occhio al Campus Universitario. Che abbia usato il fiuto? Fatto sta che la palestra di arrampicata si trova proprio all’interno del campus. Immagino non serva aggiungere altro. Dopo aver girato a piedi tutto il campus, distratti da varie attrazioni autoctone, riusciamo finalmente ad individuare la casupola che ospita lo scimmiodromo. Invio un sms al nostro contatto e mezz’ora dopo facciamo la conoscenza di Dzenan, la nostra guida per i prossimi cinque giorni. Dopo i convenevoli, assai rapidi, ci vengono consegnate sulla fiducia le chiavi del nostro alloggio, la suddetta palestra. Entriamo e rimaniamo piacevolmente colpiti dalla sistemazione, da fuori sembrava proprio un rudere. Altro che, c’è pure una slackline e dei tessuti appesi al soffitto. Un parco giochi non certo indifferente che diventa il nostro rifugio per ben due notti. Per cena l’immancabile Pljeskavica diluita con un due birrette che segnano la fine del periodo di astinenza dal luppolo. Giù le leve e birra a tutta forza! Appena prendo giri, le risate sorpassano le difficoltà linguistiche e appena sto per ordinare un bel giro di pelinkovac, Dzenan si alza e serio ci comunica che è ora di andare a letto perché domani abbiamo tante cose da vedere e da fare. Signorsì signore! Non possiamo fare altro che ubbidire agli ordini del capo e ritornare in palestra. Ma appena il boss ci lascia da soli, nel scimmiodromo scatta l’euforia e si inizia ad arrampicare, a fare i funamboli a mezzo metro da terra sulla slack o chi anche più in alto volteggiando sui tessuti. Infine stanco e provato dalla serata mi godo la notte disteso su quei bei materassoni che si trovano nelle sale boulder. Domani andremo ad aprire una via lunga?Partiremo dal basso o ci caleremo dall’altro in stile Verdon? Chioderemo un monotiro? Scaleremo? Oppure andremo semplicemente ad esplorare, a guardare con gli occhi per inquinare le nostre menti con nuovi sogni arrampicatori … 

Nel frattempo la sigaretta si sta consumando ma ormai sento la voce del Majster che con il suo Balkan English sta comunicando con Dzenan. Probabilmente dovrò calarmi ancora per settanta metri prima di poter toccare terra. Quindi, trentacinque metri più sotto dovrò attrezzare un’altra sosta ma sono senza materiale. Non mi resta che aspettare il Majster che si sta calando sopra di me con il tassello mancante e altro materiale per attrezzare la seguente calata. Sotto di me, parecchio sotto di me passa la strada che collega Banja Luka all’interno della Bosnia e di conseguenza è molto trafficata. A tratti sento il rumore delle auto e dei TIR che passano. Vedo le loro luci che illuminano la carreggiata come se fosse un fiume luminoso. Il torrente c’è veramente e scorre a fianco della strada, un po’ più in basso. Non lo vedo ora che è buio ma lo posso sentire. Per il resto silenzio. 


 Poi… ZZZ … Sbora, Sbora… ZZZ Il Walkie Talkie che ho in tasca gracchia per un attimo. Sono gli altri amici che ci aspettano in strada che vogliono sapere se pensiamo di scendere per ora di cena. Nel frattempo hanno fatto rifornimento di ciucci a base di luppolo e hanno già iniziato la festa. La sigaretta finisce e neanche il tempo di spegnerla che il Majster mi si affianca. La sua frontale illumina per un attimo i miei piedi e noto uno strano luccichio, eccolo, era il prezioso tassello mancante che mi era caduto. Lo recupero e finisco rapidamente di montare la sosta. Possiamo proseguire. Lui di frontali ne ha due per fortuna. Appena me ne passa una e l’accendo vedo che sta sorridendo, uno sguardo di pura gioia, non serve che dica altro. Ricambio il sorriso che subito si tramuta in una risata, recupero altro materiale e continuo a calarmi nel buio. La via la finiremo domani con la luce. Gli amici di Banja Luka ci attendono al nostro alloggio per una grigliatina dal sapore tutto Balkan! Dall’intenso aroma di “Zivoleta”!

Fine prima parte

                                                                                               RomBoss


                                                                    

sabato 9 novembre 2013

Bosnia Bolting Expedition 2013

Intanto un po' di foto della nostra visita in Bosnia. Per fortuna non solo roccia ma anche tanto ciuccio, tanta, tanta simpatia dei nostri nuovi amici Bosniaci e del mitico Vito Petrovic con la sua Rakja!
Presto anche un racconto più completo per farvi assaggiare un po' il vero sapore Balkanico al quale il GheyTeam spesso accenna!


 
Grigliatina organizzata dagli amici della palestra 
con tanto ciucio, tanti civapi e tanta zivola!!

E poi bolting!!













































Ovviamente anche by night!!


Ed infine, Anfiteater...To bolt or not to bolt? This is the problem:








sabato 19 ottobre 2013

Summerend Party 2013

L'altro anno abbiamo festeggiato l'inizio della bella stagione con una bella festicciola al Rifugio Pellarini!
Quest'anno invece abbiamo organizzato la mitica " Lo go duro Summerend Party" ormai giunta ben alla sua prima edizione!
Ecco a voi un piccolo video fatto di frammenti della festa svolta al Rifugio L. Pellarini e anche sui massi e le cime che lo circondano!

Buona Visione! e Sborra!!  

Il link del video: Video SummerEnd Party

I partecipanti rimasti fino alla fine:


mercoledì 9 ottobre 2013

Napo Boyz


Mercoledì 9 Ottobre 2013.
Ore 16:00 il RomBoss apre al pubblico l’ufficio autunnale del GhyeTeam. Il salottino dei climber Triestini, attiguo al nostro ufficio è già aperto da un po’.
  La gente passeggia tranquilla e osserva come sempre incuriosita questi rocciatori che arrampicano in orizzontale. C’è chi, senza vergogna sbuffa sui passaggi e chi danza con nonchalance, cercando di non emettere nessun gemito o trattenendo a fatica un leggero tremolio perché si sa, l’eleganza è quella che conta. Ma dopo il facile riscaldo reso impegnativo dalle battute raggelanti del Sickness, ispirato da un insolito humor britannico, vari rocciatori presenti si raggruppano sotto il mitico traverso giallo. Così iniziano i lavori di rassettamento, da brave casalinghe i Napo Boyz spazzolano le prese. Il solito gruppetto di aficionados della Napoleonica dopolavorista e certi personaggi non possono mancare mentre altri vanno e vengono anche solo per due “ciacole”.
Oggi abbiamo qui presenti:

venerdì 4 ottobre 2013

The Neuro's Theory

Introduzione:

Cari Membri, simpatizzanti e lettori. 
Su questo blog verrà enunciata per la prima volta la teoria dell' allenamento etilico dinamico nota più comunemente come "The Neuro's Theory"
Grazie all'intuizione (o più correttamente intuimento) del dott. M. Neuro e dopo accurati studi svolti presso la clinica di riabilitazione d'urto specializzata in malattie e disturbi degli sportivi, capeggiata dal primario prof. R. Anolus, è stato possibile creare un allenamento per farvi diventare dei veri sportivi completi. Non dovrete più fare nessuna dieta la limite dell'anoressia o rinunciare a cibi grassi e succulenti. Certo anche con questo allenamento, essendo molto specifico dovrete fare attenzione a certi dettagli, ma vi assicuriamo che è veramente alla portata di tutti. Infatti i Membri del Ghey Team sono già da tempo che stanno sperimentando questo tipo di allenamento. Presto, terminati i vari cicli vi sapremo dare dati più concreti, sperimentati direttamente sul campo. Inoltre elaborando tali dati vi forniremo pure delle tabelle da seguire.

The Neuro's Theory
  
 Per comprendere l'idea di fondo ci basterà prendere in esame alcune domande standard che ogni climber si pone quotidianamente. Quante volte vi è capitato, dopo una giornata in falesia in cui, pur essendo soddisfatti delle vostre prestazioni,  vi siete chiesti "Tutto sommato sono andato forte ma se facessi meno festini e berrei di meno, sarei riuscito a chiudere delle vie più dure?", "Se queste sono le mie prestazioni da bevitore cosa riuscirei a fare se fossi completamente astemio?". Ebbene signori e signore finalmente il dott. M. Neuro e il prof. R. Anolus risponderanno alle vostre domande!


martedì 17 settembre 2013

Un appello, un desiderio, forse un sogno, ormai...

Come già scritto su Trst Climbing News , riportiamo un appello del nostro amico Paso Dj che come tanti altri rocciatori si lamenta di una brutta usanza, quella di segnare le prese e gli appoggi con un bollo o peggio ancora con una enorme riga di magnesite. Ovviamente anche al GheyTeam da fastidio questo svilente aiuto mnemonico. Infatti quando un membro viene colto da altri membri nell'atto di scarabocchiare inutilmente la sacra roccia si ritroverà inevitabilmente sommerso da coloriti epiteti a sfondo generalmente sessuale. 
Soprattutto a chi piace arrampicare a vista quei segnacci danno parecchio fastidio. Tolgono la libertà di una vera scalata on sight. Le prese inbiancate di magnesio e gli appoggi sporchi di nero sono generalmente un aiuto, ma non sempre possono infatti anche portare il climber a commettere degli errori. Per quanto riguarda i bolli siamo tutti d'accordo che sono un aiuto non da poco. Quindi perché privare un altro rocciatore o peggio ancora un vostro amico del piacere di cadere bestemmiando sul passo chiave di un tiro al suo limite dopo svariati sforzi solo e soltanto perché non è riuscito a scorgere in tempo la goccetta più netta, il buco più profondo o un bel manettone nascosto?
Lasciamo ora la parola a Dj Paso:
Sono sdraiato su una panchina di metallo fouri dall'aeroporto di Kos (per chi non lo sapesse è l'isola in parte a Kalymnos; quest'ultima è una delle mete più gettonate dai climber delle nostre zone). Aspetto. Aspetto il nostro volo di ritorno (low cost, lowissimo cost). La vacanza che tanto desideravo da più di tre anni è giunta al termine. Non voglio annoiarvi con i fatti miei, chiunque voglia notizie o suggerimenti me li chiederà e se non mi conosce abbastanza...He!Problemi suoi!
Il punto qual'è; se proprio devo trovare un lato negativo in questa avventura, sono quegli orribili segni bianchi che, sempre più spesso si vedono sulle pareti. Non parlo delle inevitabili manate di magnesite che si lasciano (facilmente) sulle prese. Parlo dei segni grossolani che si lasciano volutamente sulle prese per ricordarsi un passaggio o per segnalare prese o appoggi all'amico di cordata. Sono due settimane che arrampico a vista su vie semplicemente stupende e vi posso dire che trovo quei segni una grandissima mancanza di rispetto verso gli altri e verso la roccia stessa. Non ho mai creduto che l'arrampicata sia uno "sport" eco sostenibile e non ho mai spinto nessuno a non usare la magnesite. Noi climber la roccia la si sporca e la si deturpa con chiodi, piastrine, corde e cianfrusaglie varie, ma rovinare il fascino di una salita a vista agli altri è pura noncuranza nei confronti del prossimo.
Volete segnarvi le prese? Fatelo solo su quelle necessarie, fatelo con segni il più piccoli possibile e levateli quando ve ne andate.
Nell'attesa di spunti/risposte sensate, Paso

Scriveteci le vostre impressioni, le vostre esperienze o semplicemente le vostre opinioni sul tema!!




domenica 1 settembre 2013

Wenden Schule!

Ecco a voi sua maestà Wendestock


Siete proprio sicuri che lo spit ammazzi l'avventura?
 Certo lo sappiamo che voi alpinisti dalla ferrea etica storcete il naso se trovate lungo le vostre ascensioni alpine degli inutili ed antiestetici spit! Meglio una bella parete tutta piena di chiodi ruggini, piazzati uno ogni cinquanta centimetri. Se poi la roccia è anche un po' marcetta ancora meglio, il vero alpinista si vede sulla roccia insicura. Infatti questo piccolo report serve proprio a sconsigliarvi vivamente di andare ad arrampicare in Wendenstock, un grande massiccio calcareo posto quasi nel cuore delle Alpi svizzere.


Ora vi chiedo, a voi piace arrampicare su un solido calcare?
Ovvio che no. Neanche se la roccia rimane perfetta dal primo all'ultimo metro di una via di 500 metri? Ma che noia vero? Soprattutto se la via è "protetta" interamente a spit? (su questo punto sarebbe da aprire una bella parentesi) Non vorrete mica fare una via con solo 10 califfe(rinvii) attaccate all'imbrago e basta? Che alpinismo è?
Se proprio ne sentite la mancanza potete portarvi qualche friend, ma non so a quanto vi possa servire...
Perchè questo scalatori e scalatrici è il regno del HLF !!

Hard, Long and Free

Qui si scala con la esse maiuscola, le protezioni sono ottime ma rade, in certi casi anche parecchio sparpagliate. Dove la roccia oppone una certa resistenza, anzi un po' prima che la roccia opponga una certa resistenza trovate sicuramente uno spit e poi ... si scala. Prendete un bel respiro, bloccate per un po' di metri il vostro cervello e tuffatevi in quel mare di grigio calcare che avete di fronte. Se poi arrivano le tipiche nebbie wendeniane che corrono lungo la parete e vi avvolgono completamente rimarrete da soli con gli appigli, gli appoggi e i battiti del vostro cuore.















Solo una piccola avvertenza: la situazione meteo in Wenden è un po' particolare. Un giorno avete il sole ed il giorno dopo siete completamente immersi nella nebbia. Generalmente si scala nei giorni di sole. Noi invece abbiamo pensato bene di scalare immersi nelle nebbie, tutti ben imbacuccati e prender un bel po' di freddo, tanto che qualcuno si è pure beccato la febbre, per poi godere del piacevole tepore del sole nei giorni di riposo! Volete mettere fare la grigliatina al sole o immersi nella nebbia con l'umidità al 90%?








" Questo calcare è come la powder, solo allo stato solido! Sborra! " (Mose dixit)

martedì 30 luglio 2013

Pastin e Vin parte II

Colonna sonora:
Gramatik - Day Of The So Called Glory
Gramatik - Who Got Juice

I Cinque Muri

Sarebbe ora di bere un caffè.  L’alba è iniziata e noi ci fermiamo ad Agordo. Il solito bar Centrale con il solito barista simpatico e poi il viaggio verso casa riprende. Io un po’ più sveglio e con lo stomaco contento mi immergo nuovamente nei ricordi freschi di nemmeno 24 ore.

 Non abbiamo fretta, camminiamo svelti,  ma nonostante la salita il fiatone non si fa sentire, quindi perché rallentare? Però il vino della sera prima ci fa sudare. Marco decide di mettersi in tenuta da vero escursionista, si sveste per  rimanere  in mutande e spurgare per bene tutti i liquidi in eccesso. Mentre stiamo per passare un torrentello che taglia il sentiero incrociamo un tipo. Questi,dopo averci guardato per un secondo e avendo notato la corda sullo zaino ci domanda se andiamo ad arrampicare sulla via dei tre Diedri. Noi gli rispondiamo che andiamo a fare la Diretta dei Cinque Muri. Al che lui chinando un po’ la testa per sbieco e osservando  Marco  strabuzza un po’ gli occhi e si contorce in una smorfia mista fra incredulità e curiosità. La conversazione però termina lì. Riprendiamo il cammino e  dopo pochi metri  Marco mi confessa che lo sguardo del tipo non gli è piaciuto per niente; come volerci anticipare cosa ci sarebbe aspettato sulla via. “Ti credo”  gli rispondo “ ma ti sei visto?”  a guardarlo non sembra per niente un alpinista che deve affrontare un’ impegnativa lotta con l’Alpe! Sembra più un escursionista con lo zaino pieno di salsicce e vino.  Magari! Questi piaceri ci attendono ormai  all’auto, e attenderanno fino a sera.

 Dopo un' ora arriviamo al Bivacco e osserviamo le pareti e i pinnacoli che fanno da corona a questa valle lunga e stretta. Poi inevitabilmente il nostro sguardo si posa sulla parete che vogliamo salire. Essa si presenta veramente fantastica! Una successione di placconate grigie e all’apparenza lisce. Per la precisione si riescono ad individuare quei famosi cinque muri  che noi dovremo superare per arrivare in cima. Però che banalità che mi vengono in mente, ovvio che questi cinque muri tanto lisci non sono. Una volta credo che ne sarei stato intimorito ma non so perché mi viene in mente che sarà un vero divertimento. Sarà la compagnia o il vino della sera prima? Chi lo sa, meglio così. Divertendosi tutto sembra più facile!

 Scorro la parete dal basso verso l’alto e cerco di capire se non addirittura individuare la Via. A  metà vedo il muro grigio scuro quasi nero dove dovrebbe esserci il tiro chiave ma poi salendo con lo sguardo quasi in cima noto con piacere una grande pala grigia e compatta. Le mie idee sugli ultimi due tiri si fanno sempre più concrete, seppur leggermente più facili del tiro chiave ho il sospetto che ci daranno più filo da torcere. Staremo a vedere.

 Fa freddo, siamo ad ovest e noi siamo ben intirizziti ma Marco sale comodo il primo tiro, poi io mi diverto sul secondo e Marco parte sul terzo tiro. Non un tiro particolarmente difficile, ma a quanto vedo dalla sosta sembra poco proteggibile . Mentre Marco scala con calma e circospezione cercando di decifrare la roccia grigia e svasa io mi guardo le nuvolette che scorrono veloci e osservo i pinnacoli di fronte a noi che sono già baciati dal sole, inizio a seguire il suo lento avvicinarsi. Prendo come riferimento dei larici abbarbicati su un pulpito poco sopra al Bivacco e aspetto che il sole li raggiunga. Quella riga che delimita l’ombra dalla piena luce sembra immobile, ma piano piano ci si rende conto che non è così. Il tempo scorre, sì certo scorre in maniera del tutto differente in base a cosa facciamo e a cosa abbiamo nella testa ma alla fine scorre inesorabile così come vedo  scorrere  le corde nelle mie mani, lente ma inesorabili. Vedo  il mio compagno di cordata impegnato in una lotta intensa. Non tanto con la parete che tecnicamente risulta semplice ma con il vuoto che lo circonda, quel vuoto che sembra volerti risucchiare appena ti distrai un attimo. Non posso fare altro che fare il tifo per lui, ma tanto so che non mi sta sentendo, nella sua testa passano pensieri più intensi delle mie futili parole. Dopo un attimo di titubanza lo vedo salire e salire e dopo circa sei metri dall’ultima protezione lo vedo fermarsi, piazzare un nut e osservare i metri successivi infine con decisione lo vedo alzarsi di altri cinque metri. Poi lo vedo prendere un cordino da infilare in un chiodo o una clessidra. Bene ora le corde scorrono più veloci e Marco scompare dalla mia vista verso l’alto, il tiro ha 55m quindi posso tornare a guardare il fronte del sole sperando che arrivi il prima possibile. Quello dopo è il tiro chiave, speriamo di poterlo scalare in maglietta e sotto il sole, visto che qui sono in pile e giacchetta antivento. Le corde sono quasi finite, mi giro e vedo che il sole ormai scalda i larici, ha sorpassato il Bivacco e lambisce la base della parete, i raggi scorrono a pochi metri da me, vengono deviati da uno strapiombo che sta una quarantina di metri sopra la mia testa. Non li vedo i raggi solari ma li sento, ne sento l’odore. L’odore del calore e della roccia riscaldata che sta evaporando la propria umidità. Finché sento un grido. Ma non riesco a decifrarlo, poi una delle due mezze corre attraverso il reverso e subito dopo anche l’altra. Le corde sono praticamente finite. Sosta. Mollo la sicura e mi preparo a raggiungere Marco ed il sole.

 In breve tempo arrivo alla sosta successiva. Se il buon Giordani dice “… il solo uso della corda alleggerisce i movimenti di un non indifferente peso psicologico… “  figuriamoci poi con la corda dall’alto!

  Trovo Marco seduto comodamente in cengia su della morbida erbetta verde e noto che gioisce del sole che lo sta scaldando. Appena lo raggiungo noto che  mi attende con un sorrisetto divertito e  uno sguardo a dir poco  sornione. Poi con un cenno del capo  mi indica il tiro successivo. Ci mettiamo a ridere e facciamo un piccolo break!

  Mi accingo a partire per il tiro chiave, non faccio in tempo a fare due passi che Marco mi ferma. Lo guardo e vedo che mi porge un cliff dicendomi che mi potrebbe servire visto che il tiro originariamente sarebbe in A3. Al momento rifiuto l’offerta ma poi penso che qualche grammo di ferro in più non mi farà male. Anzi, magari mi potrebbe pure tirare fuori da eventuali problemi. Quindi aggiungo anche il cliff alla quantità di materiale che ho appeso all’imbrago.
   Qualche secondo dopo sono io che non sento più niente, né l’odore dei raggi solari né gli incitamenti di Marco. Ho agganciato una bella clessidra e sono salito circa tre metri, capisco che dovrò fare un passaggio duro e cerco di proteggermi con un friendino ma la roccia è tanto bella quanto compatta.  Allora provo con un tricamino ma niente.  Fanculo andiamo avanti, salgo per altri due metri e raggiungo due buone prese dalle quali posso infilare un kevlar in una clessidrina. Ovviamente la clessidra ha già un cordoncino  marcio che decido di tagliare visto che non c’è spazio per il mio. Per fortuna ho il coltello agganciato all’imbrago e con la mano destra  taglio il cordino, poi cambio mano per farla riposare e con la sinistra ci infilo il kevlar, lo annodo e ci passo rinvio e corde. Bene! Si può proseguire! Proseguire sì, ma verso dove? Cerco di capire quale direzione pendere poi parto. Traverso un paio di metri a sinistra e salgo, buchi buoni e piccole tacche meno buone, un po’ di marcio e dopo quattro metri trovo un chiodo, lo rinvio e traverso a destra per poi salire puntando ad altri due bei buconi. Rinvio un’altro chiodo. Salgo ancora leggermente a destra ed esco dal muro verticale e leggermente strapiombante per ritrovarmi su una bella placca leggermente appoggiata e liscia, vedo la sosta a dieci metri da me. Il run out finale penso, dopo cinque metri però riesco a piazzare un buon tricam in un buco e arrivo in un batter d’occhio in sosta. Super! Più facile del previsto. Aspetta però e ridendo  penso che non è per niente finita, vedremo bene  sull’ultima pala grigia cosa ci attende. Dopo un po’ vedo spuntare Marco che tutto contento si mette ad arrampicare l’ultima placchetta e quando si trova circa quattro metri sotto di me, aggancio il cliff sulle corde e lo lascio cadere. Appena Marco vede il cliff fermarsi sui suoi nodi, esclamo con voce altisonante  “ A mi certi artifizi no me servi!!”
Così anche questa occasione e buona per sbellicarsi dalle risate tanto che marco fa fatica ad arrampicare quei ultimi metri.

  I tiri seguenti sono  facili e lunghi ma senza nessuna protezione in loco. Ma siamo ben attrezzati e li passiamo veloci e divertendoci!


  Ultima o penultima sosta. Una relazione indica due tiri della stessa difficoltà e l’altra uno di 60m. Che fare? Sembrerebbe meglio unirli vista la probabile scomodità di una sosta appesa nel bel mezzo di una placconata grigia e verticale di cinquanta metri, che non ha niente da invidiare alla roccia della famosa Marmolada! Staremo a vedere. Parto deciso e riesco a proteggere appena dopo un bel po’ di metri, inizio a salire puntando ad una piccola clessidra segnata dal solito cordino lercio.  Per arrivarci però devo seguire un labirinto formato da buchi e buchetti che o svasi o piccolini mi fanno un po’ penare, il volo lungo è più che assicurato, quindi meglio non sbagliare strada. Appena arrivo vicino alla clessidrina mi ritrovo a stare con difficoltà attaccato a due buchetti piccoli e con un solo appoggio per i piedi. In più non riesco ad infilare il kevlar e non riesco neppure a eliminare in qualche modo il cordino vecchio. Allora lo rinvio, tanto è sempre meglio di niente. Proseguo e faccio un passaggio che mi impegna  per ritrovarmi poi ad una buona presa. Però per proseguire sarebbe bello usare un cordino decente per quella clessidra, quindi cerco di infilare un kevlar nella clessidrina che ormai ho quasi sotto di me. Per fare questa operazione inizierò ad invocare pesantemente il nostro signore. Altro non posso mettere, gli unici buchi buoni sono occupati dalle mie dita; il resto della roccia è molto compatta o con qualche buchetto svaso e cieco. Quindi insisto finché riesco ad infilare sto kevlar e tiro un po’ il fiato. Non so come ma di colpo ritrovo energia e vedo che davanti mi aspetta una sessione più tranquilla dove riuscirò anche a mettere un bel friend. Oltre ad esso trovo anche un chiodo, lo rinvio e con un altro passetto un po' impegnativello raggiungo una bella sosta con due chiodi. La rinvio e poi penso che potrei proseguire, visto che come prevedevamo la sosta è sì bella ma delle più scomode. Tuttavia penso che siccome questa è una sosta mi sembra di avere tutto il diritto di appendermi e far riposare un po’ i piedi che mi dolgono parecchio e quindi rilassarmi. Chiedo a Marco cosa ne pensa di questa idea, se gli sembra eticamente corretta. Per contro e ridendo mi risponde che per una birra può ben chiudere un occhio! Così dopo un veloce riposino riparto col sorrisetto e dopo un’altra clessidirina passo di slancio l’ultimo passaggio duro e mi ritrovo su terreno più facile che dopo una decina di metri si interrompe in cresta. Finita! La corda e fortunatamente anche la via! Ma ora bisogna trovare una sosta, alla fine batto gli ultimi tre chiodi rimasti e faccio venir su Marco.

 Che soddisfazione e che bella via. Una sequenza di emozioni lunga più di 400 metri. Mentre Marco sale mi gusto per filo e per segno tutta quella sequenza di sensazioni che mi hanno portato quassù. Alla fine mi sembra quasi assurdo come una roccia alta tre, quattrocento o mille metri possa farci tanto divertire e darci certe soddisfazioni. Certo, agli occhi di chi non potrà mai capire, le nostre soddisfazioni valgono meno di niente ma per noi, a volte, sono davvero la cosa più importante. Anche questa volta sento di aver superato, anche se per un pelo il mio limite psicologico e questo mi basta! Marco sbuca dalla parete e interrompe  i miei pensieri . Dopo le reciproche congratulazioni dobbiamo già pensare alle  calate in corda doppia. In discesa rinforziamo le soste e sostituiamo i cordoni vecchi con quelli nuovi. Un bel lifting per questa via che se l’è proprio meritato. Una volta a terra ci concediamo pure una sigaretta osservando il rosso tramonto e assaporando quell’attimo di pace e tranquillità che rimarrà scolpito nei nostri animi credo per sempre. Infine ci mettiamo a correre giù per il sentiero e felici raggiungiamo l’automobile che dopo un pasto frugale e veloce dovrebbe riportarci a casa ma ormai è un po’ troppo tardi, forse è meglio chiudere qui questa giornata e darci un meritato e necessario riposo; a Trieste si può arrivare anche domattina.


 Recuperata l’automobile a Palmanova mi dirigo celermente alla volta del Magazzino sperando di arrivare puntuale al solito quotidiano appuntamento lavorativo. Parcheggio l’auto e sostituisco i comodi sandali con le solite scarpe anti-infortunistiche sporche di pittura e malta. Un altro weekend è letteralmente volato via, ma questa volta è durato qualche ora di sottile piacere in più.

                                                                                               RomBoss


lunedì 22 luglio 2013

Pastin e Vin!


Colonna sonora: Funky Kingston (Toots and the Maytals)
                           Link colonna sonora: Funky Kingston


“ … Everybody, give it to me huh
 Hey Hey Hey

 I want you to believe every word I say
 I want you to believe every thing I do
 I said music is what I've got to give
 and I've got to find some way to make it
 Music is what I've got baby
 I want you to come on and shake it
 shake it shake it baby
  
oh yeah hey   na na na...
oh yeah..  na na na … “


La sveglia una volta aveva il suo caratteristico trillo, poi è stata sostituita dall’ elettronico bip bip.
Ora addirittura si può impostare sul proprio telefono una vera e propria canzone che con le note a noi più gradite dovrebbe rendere più piacevole la transizione dal mondo dei sogni a quello reale.

Apro lentamente gli occhi. Loro osservano le stelle nascondersi  fra le chiome degli abeti mentre io assaporo il profumo tipico del bosco di conifere, un profumo di resina e muschio. Sento una musica provenire dal mio sacco a pelo; sono le 4:00 del mattino e capisco che è la sveglia;  sta suonando e dovrò alzarmi.

“ … Funky Funky Funky
Funky Kingston, is what I've…  CLICK! ”

Blocco la suoneria e mi volto a scuotere Marco che mi dorme accanto; gli comunico che è ora di alzarsi. Lui si stupisce del fatto che siano già le quattro del mattino, dormiva così bene. Gli rispondo che se vuole possiamo rimanere al calduccio dei sacchi ancora per  dieci minuti. Nemmeno finito di formulare l’invito che lo vedo ritto in piedi, sta buttando alla rinfusa il sacco e i materassini dentro l’auto. C…., io avrei preso volentieri ancora quei 10 minuti di semi coscienza. Niente non abbiamo tempo, dobbiamo montare in automobile e partire.

Più che partire dobbiamo… ripartire…ritornare, ritornare verso casa,  il lavoro e gli impegni quotidiani ci attendono. E mi ci vogliono almeno quattro ore di auto per tornare a Trieste ed essere puntuale alle otto sul lavoro.

Seduto al fianco del Marco autista aspetto l’alba e ripenso alla sera del giorno prima, anzi, ormai di due giorni prima...

Siamo assieme a degli amici in cima ad uno dei grandi sassi di Laste, seduti davanti al bivacco in legno, vicino ad un bel fuoco con la carne pronta ad essere grigliata e le bottiglie di vino già mezze vuote. Come su di un isola sospesa nel vuoto osserviamo luci e lucette degli anonimi, almeno per noi,  paesi  sparsi lungo la vallata sottostante. In cielo tante stelle ad assecondare il nostro colloquiare. Si parla di tutto ma principalmente di montagna, ma soprattutto si scherza su tutto e così tra un bicchiere di vino e l’altro, un due salsicce e dei buoni pastin alla griglia il tempo vola e arriva il momento di abbandonare i nostri amici che pernotteranno al bivacco. 



Ovviamente cercano di convincermi a restare ma sono irremovibile, domani si va a fare quella via! Anche se dobbiamo fare  un ora e mezza d’auto e poi eventualmente salire al bivacco Zeni, posto proprio sotto la parete e sono già le dieci e mezza di sera. Vista la mia determinazione che fra l’altro è aumentata proporzionalmente alla quantità di vino ingerito, il mio prode amico si prodiga in tutte le maniere nel  cedere il suo posto di compagno di cordata a qualche altro arrampicatore lì presente. Nessuno accetta e quindi è costretto a preparare lo zaino e alla fine ci incamminiamo verso l’auto.
  Da Laste andiamo a Pozza di Fassa ed imbocchiamo la val San Nicolò. Ad un certo punto l’auto frena e mi desto da quello stato di semi-coscienza in cui ero entrato già da un po’. Marco mi chiede di guardare la carta per capire da dove parte il sentiero per il Rifugio. Io mi guardo attorno e biascicando un pochino gli faccio notare con sicurezza che dobbiamo prima raggiungere Pozza di Fassa e poi girare a sinistra. Lui prontamente, con un tono tra il seccato e l’ironico, mi risponde che Pozza l’abbiamo già passata. Subito mi attivo e alla fine constatiamo che alla nostra destra nel bosco di abeti sale il sentiero numero 615 che porta al bivacco Zeni nel cuore del Gruppo della Vallaccia. Scendiamo dall’auto e dopo due minuti di consultazioni più o meno serie giungiamo alla conclusione che ci conviene dormire all’auto e fare l’avvicinamento direttamente la mattina seguente. Detto fatto, non passano neanche cinque minuti che sono già dentro al sacco a pelo, disteso sotto un bel abete a guardare le stelle spegnersi piano piano al di là dei rami degli alberi.

Le mie narici carpiscono un aroma di caffè. Il sapore della colazione si insinua immediatamente in me. La sveglia per il momento non è ancora suonata ma Marco è già in piedi e  ha già preparato il caffè, allora metto da parte la mia pigrizia e mi alzo.  Dopo il buon caffè fatto nella moka, che io preferisco su tutti, ed una buona colazione vado verso il torrente  che scorre e rumoreggia potente lì vicino. Raggiunta l’acqua mi chino e come un rituale mi sciacquo la faccia. Lo faccio ogni mattina anche a casa ma con l’acqua tiepida e ogni qualvolta avvicino le mani colme verso il viso, chiudo istintivamente gli occhi e spero sempre di sentire l’acqua gelida e nel riaprirli , di trovarmi sulla riva di qualche torrente in mezzo a qualche bosco di abeti o larici e con qualche parete, pronta per essere scalata, svettante sopra la mia testa.
  


Questa volta è proprio così. Rido di gusto,mi  risciacquo nuovamente e la risata scorre via veloce tra le acque roboanti del fiumiciattolo, sul mio viso rimane niente più che un sorriso; so cosa ci aspetta… un’altra avventura!

Fine della prima parte!

mercoledì 12 giugno 2013

Kompanj Bolting Expedition 2013

Per chi ne ha sentito la mancanza e desidera riguardarlo all'infinito e per chi non ha ancora potuto gustare con i propri occhi e le proprie orecchie il video della Komapnj Bolting Expedition 2013 eccolo nuovamente Online!!!



venerdì 31 maggio 2013

Eleganza = Sicurezza


Presto ripristineremo  " Kompanj Bolting Expedition 2013"  il video che abbiamo, per motivi tecnici tolto da youyube!! Sappiamo che vi manca vederci faticare e che avete apprezzato il nostro lavoro... o vi interessa più qualche altra parte del video!?!?

Nel mentre gustate questo piccolo video dalla veste un po' vintage che da vita ad uno degli insegnamenti del sommo maestro (di arrampicata e di vita) Topo Gigio. Come sappiamo a lui (e a noi)  lo spago fa schifo! Quindi in cosa possiamo riporre la nostra sicurezza mentre scaliamo?! Soprattutto, in cosa confidavano i nostri avi che sfidavano ripide ed impervie pareti che anche con i mezzi odierni sembrano al limite dell' umano; proprio loro che con o senza spago era uguale tanto i materiali erano inaffidabili?!
 Per fortuna T.Gigio, in una semplice giornata di primavera, in una delle tante falesie Triestine (probabilmente in Val Rosandra) è venuto ad illuminarci e con solennità ha offerto a noi comuni rocciatori il segreto!

... Poche persone sono ancora rimaste ad assaporare gli ultimi raggi di sole che ormai si sta inesorabilmente tuffando nel golfo, le corde oramai sono quasi tutte nei sacchi, ma si sa il GheyTeam si ritira solo quando il buio ormai ha avvolto tutto e si può scalare solo con l'ausilio della frontale o di una buonissima memoria! Al che dopo varie discussioni tra i vari arrampicatori rimasti, il sommo decide di dar voce ai suoi profondi pensieri (proprio lui che non parla mai a sproloquio ):

" Chi è raffinato nella vita è raffinato anche nell'arrampicata "

... poi incassando un po' la testa sorcina nelle spalle e abbassando le palpebre così da socchiudere quasi completamente gli occhi si  guarda attorno e con un filo di voce, per sottolineare l'importanza di tale parabola pronuncia una semplice frase che con la semplicità e la forza di un haiku giapponese spiazza gli astanti rocciatori che rimangono tutti un po' turbati nel profondo del proprio animo:

" ELEGANZA xe uguale de SICUREZZA"

ELEGANZA = SICUREZZA il video

venerdì 17 maggio 2013

Kompanj Bolting Expedition 2013

Lo sappiamo, che stavate aspettando il video della Kompanj Bolting Expedition 2013! Ed eccoci qui infatti, a presentarvi questo breve clip che cerca di mettere assieme un po' di momenti vissuti in quei sette giorni di lavori nella falesia di Kompanj.
 Vedrete prima i lavori nella zona del pilastro del Reverendo e poi quelli sulla Walkiria's Wall. Partendo dalle edere e dalla pulizia passando per la chiodatura vera e propria ed infine, come è giusto vedrete anche il piacere di calcare per primi le prese e gli appoggi dei nuovi capolavori, frutto delle proprie fatiche (e bestemmie)  ma soprattutto di quelle degli amici !! 

Il video ci lascia un vero e proprio sapore esotico, un po' balcan, in stile un po' ... zivoleta. Non solo però, anche ben piccante, ed ovviamente in puro stile GheyTeam!
Buona Visione! 

lunedì 6 maggio 2013

New GheyTeam Climbing Spot




Ciao a tutti! Ovviamente noi, con tanta spocchia, non ci scusiamo con nessuno per la recente assenza di storie,video,foto e notizie dal nostro blog!
Primo, perché ultimamente ci siamo impegnati in attività delle quali tra poco vi racconteremo.
Secondo, perché anche voi, cari lettori potreste contribuire con i vostri racconti; non crediamo che nessuno di voi non abbia almeno una storia divertente o avventurosa da raccontare. Magari più semplicemente dei pensieri da condividere. Lo sappiamo che siete pigri ed è difficile a volte prendere un po’ di tempo per scrivere due righe ma secondo noi avete paura!
Si proprio paura! Ecco, ora vi sentite offesi vero?! Voi, paura ma come?!
    - Chi sono questi froci che mi danno del cagasotto?!-
Ebbene si, secondo noi avete paura di esternare i vostri pensieri e le vostre emozioni! Soprattutto sul blog del GheyTeam dove i giudizi taglienti di TopoGigio o di altri personaggi poco raccomandabili potrebbero lasciarvi dell’amaro in bocca. Gente come voi che sfida l’Alpe in tutte le sue forme non ha il coraggio di raccontare ad altri le emozioni vissute durante tali eroiche gesta?! Facile fare i cantastorie decantando le vostre prodezze degne di un Messner, davanti un po’ di birre in bar e davanti pochi amici! Facile postare due o tre foto su facebook (magari fatte con il cellulare = mezza merda) tanto per dire io c’ero!! Noi vogliamo sentire le vostre sensazioni, i vostri pensieri! Chi pratica la stessa attività poi si ritrova nelle vostre parole e di sicuro le apprezza. Certo il sarcasmo e la derisione qui su questo blog la fanno da padrone, però tanto per rifarsi ad una famosa pubblicità: Che mondo sarebbe senza l’ ironia ed il sarcasmo?!
 
  Bene, dopo questo piccolo excursus (tanto per pararse el cul), siamo lieti di annunciare a tutti voi che la falesia del GheyTeam, nostra nel senso che con i soldi spesi per attrezzarla avremmo potuto comprarci le suddette pareti, è ormai pronta e scalabile. Appena in tempo per la stagione migliore, l’estate! Ok, no, ormai lì si va appena in autunno, ma il lavoro ha richiesto un po’ di impegno e si è inevitabilmente prolungato, anche per offrirvi un prodotto di qualità, che ovviamente non è per niente terminato visti i metri di super calcare ancora da attrezzare!
 A già, dimenticavamo di dirvi dove si trovano questi nuovi gioiellini arrampicatori!
Kompanj, la location che molti di voi già conoscono si sta pian piano ampliando, sulla guida ci sono tutte le info per raggiungere la falesia e i tiri chiodati prima del 2009(uscita dell’ultima edizione) ma ora, oltre i tiri nuovi nei settori già conosciuti ci sono 15 novità tutte da scorpire!

Andiamo con ordine, come arrivare al settore GheyTeam:
-Seguire il sentiero che si snoda nel bosco sottostante il settore A (descritto sulla guida) e che porta a quest’ultimo. Prima per una strada appena accennata fra i campi e poi un vero e proprio sentierino nel bosco. Dopo un po’ di salita, prima che il sentiero si impenni, sulla sinistra si scavalca un muretto a secco, in prossimità di un ometto di pietre e si segue la traccia, dopo 5min, si giunge ad una radura con due belle querce e una stupenda parete con le prime cinque vie.
-Un due avvertenze, per scelta, tutte le soste sono state attrezzate con catene a norma, con anello chiuso e quindi sprovviste di moschettone. È consigliato portare sempre con se una ghiera e il necessario per la manovra(longe, due rinvii ecc.) Le vie sono lunghe circa dai 18m ai 32m quindi sulle lunghe portate pure 16 rinvii (tanto non sarà per qualche grammo che non farete le vie a vista). Essendo una falesia appena attrezzata vi consigliamo di fare sicura con più attenzione del solito (soprattutto i primi metri) perché nonostante la roccia super ottima( e la nostra minuziosa rimozione delle rocce pericolanti) qualche appoggio o appiglio potrebbe tradire l’arrampicatore e farlo volare inavvertitamente. Lo stesso discorso vale per il casco, se non vi sentite immortali(come noi) sarebbe buona norma usarlo. Inoltre altro problema riscontrato è l’attuale presenza, anche abbondante di terra e polvere su appigli e appoggi. Purtroppo il contadino proprietario del terreno sottostante la parete non ha pagato le ultime bollette della corrente elettrica e quindi non siamo riusciti ad azionare le idropulitrici per pulirvi al meglio le vie. Siamo sicuri che vi divertirete comunque aspettando i primi temporali di una certa entità, meglio se una tromba d’aria! Ovviamente inutile dire che l’arrampicata essendo un attività pericolosa di per se, noi non rispondiamo di nessun incidente dovuto a tutti i pericoli soggetti a questa pratica! J

Ora passiamo alla descrizione delle vie. Purtroppo per voi, ogni via ha una piccola storia e significa qualcosa per noi chiodatori, quindi vi sorbirete un piccolo racconto per ogni via.
Tutte le vie hanno già i nomi scritti alla loro base certi sono in nero e certi in blu (za sbiadido)
(N.B. per i rocciatori/automi lobotomizzati alla ricerca del numero consiglio di saltare questa parte e passare direttamente all’elenco in fondo al post!!)

Partirò ad elencare le vie da sinistra verso destra (guardando la parete) come da elenco.

-Sulla sinistra, l’attuale prima via, sale dritta lungo placche compatte seguendo una bella fessura e scavalcando due nicchie. La prima nicchia si aggira sulla sinistra per poi seguire una bella fessurina e giungere alla seconda nicchia che si prende di petto con un passaggio davvero impegnativo, leggermente in strapiombo e che lasciamo assaporare ai climber più boulderosi. Per i più goderecci è possibile fare una A0 un po’ faticosa e godere di tutta la via, che come difficoltà è molto al di sotto del suddetto passaggio. A causa di questo piccolo ostacolo la via ha preso il nome di “ Like a Finger in Asshole”

-Subito a destra dopo qualche metro troviamo “Gheyteam.blogspot.it” una delle vie più apprezzate. Anche qui la linea sale abbastanza dritta e passa lungo una nicchia, proprio sulla volta, con un bel passaggio atletico si supera il breve strapiombo per poi serpeggiare lungo placche e fessurine ceche.

-A destra di Gheyteam troviamo la via regina… no, la via lord della falesia, la prima aperta. Quindi la “GheyLord” !!  La prima parte è stata aperta dal basso per poi deviare sulla futura Gheyteam. Ora la via è stata raddrizzata e prosegue su diritta anche se i passaggi più facili vanno cercati ed interpretati utilizzando l’intuito, a meno che non vogliate aumentare di due gradi la difficoltà. Comunque una bella arrampicata totalmente in placca.

Dopo queste prime tre vie, che si trovano su una parete con ancora spazio per nuove linee, si nota una rientranza, una vera conca nella parete che salendo si restringe e si perde tra il folto dei lecci sovrastanti e nel blu del cielo. Al termine destro di questa conca si trova il famigerato pilastro del Reverendo che ha richiesto numerosi sforzi per conquistarne la sommità. La sua compattezza dal lato sud/ovest  offre un bel contest per i veri placchisti:

-Come un onda di roccia grigio/bianca quasi verticale si presenta tale parete, per di lì passa una via che a prima vista sembra liscia,avara di appigli. Ma che risveglia strani sentimenti; un po’ contorti nei confronti di qualcosa di inanimato come un pezzo di roccia, neanche fosse una immagine erotica. Infatti per chi non riesce a resistere vedrà che salendo piano piano, con bei giochi di piedi e di equilibri si scoprono tutti i suoi segreti e si raggiunge magicamente la catena. Una bella e impegnativa arrampicata in costante placca; questa invece è il pricipe della falesia e per l’appunto “Il Principe di via Pondares”

-A destra del principe troviamo una libidinosa fessura/diedro che riserva due bei passaggi. “Hasta che siento click” Una arrampicata di puro godimento con un fantastico passaggio alla fine che… eh no ve dixemo miga tuto!Merita di diventare una classica!

-A destra di Hasta una bella via lunga tutta da scalare su difficoltà veramente tranquille, “Più Bivacchi che Cime”  anche questa via però ha il suo passaggino cult.

-Eccoci arrivati ad una via che ha ormai fatto (beh per noi, per voi la farà) la storia della falesia. Per cercare una via più agevole al pilastro del Reverendo, abbandonata la via normale perché troppo tortuosa e impervia, la cordata Reverendo-Majster ha intuito una linea dalla logica lampante. Quest’ultima è una via dai risvolti veramente avventurosi e dal sapore di Favorit e zolfo! Con il suo andamento alpinistico, alla ricerca della logica della parete, la via è stata aperta interamente dal basso. Impegnando due dei migliori rocciatori del GheyTeam per un intero giorno e anche per parte della sera. Isolati da tutto e da tutti, sospesi su questo pezzo di pietra istriana i nostri due eroi, in una uggiosa giornata invernale hanno impegnato il loro ardore e la loro esperienza lottando contro le insidie e le avversità della parete! Ma alla fine a colpi di martello e cliff la cima del pilastro del reverendo è raggiunta. Dopo la felice conquista i due si sono concessi una bella birra lisergica, al sicuro delle mura di cinta di Buzet. Per poter poi affrontare col sorriso l’affabile polizia confinaria croata. In tutto questo viaggio nasce anche il suo nome, che sicuramente sentiremo ripetere molto in futuro: 
“ Dildo Dog”! (nome alla base)

Poi troviamo in ordine tre vie veramente speciali:

-La via che sale diretta e che poi si congiunge con la catena di Dildo Dog, supera prima una placca con buone prese ma da capire come usare, per poi proseguire lungo una fessura verdoniana, pakleniciana e chi più ne ha più ne metta! Comunque fantastica. Ecco a voi “Grandi Labbra” Durante la sua pulizia che consistette nello sradicamento di intere piante di edera il buon Majster decise di provare se il tronco bello spesso di un edera, tirato con forza sulle proprie labbra sortisse gli stessi effetti di una iniezione di botulino…oppure che il nome si riferisse alla sinuosa fessura, non lo sapremo mai.

Sempre proseguendo verso destra troviamo le Twin Bastard. Due vie simili per cattiveria ma anche per bellezza. O si amano o si odiano. O ci lasciano salire o ci respingono. Ma più che da loro dipenderà da voi e dalle vostre capacità tecniche e di lettura se riuscirete a scoprire tutti i loro segreti e raggiungere soddisfatti la catena. Due vie veramente di soddisfazione a detta di tutti quelli che fino ad ora non si sono lasciati intimorire dal loro animo un po’ introverso e le hanno approcciate con rispetto ma decisione.

-La prima si chiama “Queen of Fall”, che sia dovuto alla chiodatura o che si riferisca a qualcuno? A voi scoprirlo!

-La seconda si chiama “ Samo Malo Grdo” , che dire, non lasciatevi sviare dall’aspetto un po’ bruttino, anche la seconda gemella vi regalerà bei momenti!

Bene e per finire, circa trenta metri più a destra si trovano le prime vie che si incontrano arrivando alla falesia. Qui vi trovate sotto la Walkiria’s Wall. La parete era interamente ricoperta di edere. I resti della strage si possono ancora vedere sul terreno antistante la parete. Davanti la Walkiria’s wall si estende una ampia radura che lascia spaziare lo sguardo sulle colline istriane circostanti con un panorama molto rilassante. Al contrario del panorama sul lato opposto le vie non sono così rilassanti. Partiamo da sinistra con la prima via che seppur facile nasconde anche lei le sue sorpresine per i climber meno attenti o che vedendola dovessero prenderla sotto gamba:

-Ecco la bella e sinuosa fessura che parte in diedro e poi serpeggia compatta sino alla cima della parete! Dopo il provino che abbiamo eseguito possiamo affermare con certezza che per voi sarà una vera goduria penetrare con le vostre dita, le vostre mani i vostri p…iedi  tale fessura, purtroppo prevediamo che ne passeranno tante di mani in questa fessura tanto si lascia salire e ci fa  stup…ire.   Non accalcatevi però, la 
“ Fessura Panerai”  sarà per tutti!

- Prefazione: - L'avversione dei climber moderni  per i pantacollant  è la rabbia di Calibano che vede il proprio volto riflesso nello specchio.
  L'avversione dei climber moderni per le placche è la rabbia di Calibano che non vede il proprio volto riflesso nello specchio.-
Se questo ritratto avesse gli stessi poteri di quello di Dorian allora penso che ne vedremmo delle belle, invece speriamo che questo non invecchi tanto facilmente. Anche se un po’ retrò questa stupenda via siamo sicuri che verrà molto apprezzata. La ricerca della goccia giusta e dell’equilibrio lasciano anche spazio a passaggi più atletici, una via completa e divertente! Attenzione però, come anticipato precedentemente le vie della Walkiria’s Wall nascondono dei piccoli trabocchetti e quindi anche il “ Ritratto di Sasha Grey” vi darà da pensare!
  -Tutta l’Arte è completamente inutile-

-E come in una camera da letto, o ancora meglio, come in una dependance a fianco di un bel ritratto troviamo uno specchio che all’occorrenza può servire per controllare la propria faccia. In questo caso più che la faccia potrete dare un’occhiata al vostro spirito arrampicatorio e ai vostri polpastrelli. Ma non staremo qui a spiegarvi troppo anche perché questo specchio è ancora un po’ un mistero, girano strane leggende su di esso. Si narra che oltrepassata la prima difficile barriera poi nasconda particolari prelibatezze arrampicatorie; sta in voi scoprirlo trovando il coraggio e la determinazione, nonché la sequenza di appigli e appoggi giusta per salire sullo “Specchio di Selen”

- Subito a destra, tanto per tornare sul classico, possiamo scalare il mitico “Diedro Henger”, che più in alto sale un estetico pilastro giallo/rosso veramente stupendo e su prese ancora parecchio dolorose! Essendo una via di stampo più classico è consigliata per gli stomaci forti e le menti tranquille anche su runout un po’ più consistenti.

-Infine per il momento l’ultima o la prima via che incontriamo si tratta di un vero contest. Qui non vi servirà solamente la vostra astuzia per superare gli ostici passaggi che la parete vi opporrà ma indispensabili saranno anche le vostre dita d’acciaio. Partite estremamente decisi o fallirete miseramente! Ma non disperate, in catena forse ci arriverete comunque, con l’aiuto delle tecniche che conosciamo bene… Buon “Minetti Contest”



 
-Like a Finger in Asshole                  7b
-Gheyteam                                          7a+
-Gheylord                                            7b
-Il Principe di via Pondares               7b
-Hasta che Siento Click                      6b+
-Più Bivacchi che Cime                       6a
-Dildo Dog                                            6a
-Grandi labbra                                    6a+
- Queen of fall                                      7a
- Samo Malo Grdo                              7a+
-Fessura Panerai                                 6a
-Il Ritratto di Sasha Grey                  7b
-Lo Specchio di Selen                n.l.     ??
-Diedro Henger                          n.l.    7a/b ??
-Minetti Contest                        n.l.    8a/a+ ?? 


Buona scalata e divertimento a tutti!

p.s. ovviamente per qualsiasi consiglio o critica non esitate a contattarci, tanto faremo comunque di testa nostra!
p.p.s ovviamente se il posto vi è piaciuto, vi tornereste volentieri e quindi vorreste contribuire anche con poco(qualche euro) non esitate a contattarci!!!! Oppure più semplicemente lasciate pagata qualche birra in qualche konoba o gostilna lungo la strada, ovviamente a nome GHEYTEAM!!!

                             SBORRA!