Frase della settimana

"Le falesie xe la sagra dell' illogico"
T.Gigio

giovedì 22 dicembre 2011

giovedì 15 dicembre 2011

COMING SOON e CircusLord

Come sempre il Lord domina (non per niente lui è il GheyLord, capostipite della stirpe dei gheyoni!)
Riporto qui di seguito una delle tante gesta compiute dal Lord, che dimostrano la sua Dominanza anche nel campo circense! Nel racconto riscontriamo un'insieme di fattori determinanti e caratteristici dei singoli membri del G-Team: 
Arroganza, Ignoranza e Dominanza!! Bisogna però saperli miscelare nel modo giusto! Un saluto al Lord e grazie per indicarci ogni giorno la strada...  

- Go imparado a far el salto indrio... cioè el salto della morte all'indietro.ù
Però lo go sempre fatto in palestra de acrobatica(la nuova disciplina del Lord n.d.r)
che ga un pavimento morbidoso... fatto per non rovinarte le articolazioni delle gambe.
E mi li fazo con poca tecnica e sai arroganza...
Cioè in pratica te dovesi farlo sul posto, atterrar esattamente da dove te parti,
mentre mi atterro un metro indrio!
Bon, un giorno me son dito... cazzo! Viva l'ignoranza... voio veder se lo rivo a far anche altrove...
insomma lo go abbastanza duro o no...?
Allora son andà nella palestra sotto che ga el pavimento praticamente de cemento (ottima componente che stimola l'adrenocromo, la droga preferita dal G-Team n.d.r).
Però me digo... provemo a farlo prima sul materasson e poi vedemo come butta...
cusì zigo: MULI MULI VARDE QUA... SALTO INDRIO...
metto tutta la mia arroganza nella spinta delle gambe... e salto...
quando son a mezz'aria sento un pochi de urli angosciadi...
ma attero ben!
Sul momento me digo... figo arda che arroganza! Lo go fatto!
E me chiedo perchè sta gente zigava tutta angosciada. I pensava che fossi una mezza sega... un culatton?!
Vardè che DOMINO!

...poi vardo in basso e scopro che son atterrà scalzo sul pavimento de cemento...
E in quel momento sopraggiungi el dolor... !
Insomma xe da una settiman che zoto, camminando in punta de pie...! -

                                                         G-Lord

 E tanto per restare in tema sta per arrivare il nuovo cult-movie del Gheyteam! IMPERDIBILE, le grandi avventure del G-Team nel 2011. Assolutamente da non perdere, uscirà qualche giorno prima di natale, ovviamente non nei più grandi cinema ma quì sul blog del G-Team e nei migliori sexy shop!   Nel frattempo eccovi una piccola anticipazione!


giovedì 10 novembre 2011

In giro per la CATALUNYA

Vorrei riprendere le parole del G.Lander a proposito del suo viaggio a Ceuse:

“In una settimana avrei potuto girare una buona parte della Francia, correndo qua e là visitando città, paesi e paesetti vedendo chilometri e chilometri di campagne colori e monti, sfiorando magari anche il mare o abbracciando tutto il mondo che i miei occhi riescono a vedere dalla cima di una montagna.”
Ma questo e’ proprio cio’ che io e il mio compagno di avventura G.King abbiamo fatto in Catalogna, non perche’ cosi’ avevamo deciso, ma perche’ cosi’ sono andate le cose, complici il brutto tempo, un po’ di disorganizzazione, la voglia di arrampicare ma anche di assaporare un po’ di vita notturna spagnola...
Quindi, visto che a nessuno dei lettori del sito interessera’ quello che abbiamo visto girando in macchina o a piedi, raccontero’ solo di alcune impressioni e daro’ qualche suggerimento su cosa non fare...


sabato 5 novembre 2011

Fisioterapia d' urto

Come G-Team abbiamo iniziato anche un' attività di fisioterapia per convalescenti, desiderosi di riprendere l'attività outdoor il prima possibile dopo un incidente o un forzato riposo. Il metodo prevede una terapia d'urto, massimo risultato con il minimo sforzo, metodo studiato per anni dall' esimio Dott. R.Anolus (Esperto in fisioterapia, riabilitazione, ortopedia, urologia e all'occorrenza anche in ginecologia). Quindi per pubblicizzare questa nuova attività del G-Team, essendo noi un club no profit(però se volete donare qualche soldino non esitate a contattarci alla mail: gheyteammail@gmail.com), faremo uso solamente del racconto dei nostri primi pazienti. Qui di seguito il racconto del Majster che dopo più di un mese di riposo e cure affidate alle mani sapienti del Dott. R.Anolus ha deciso di salvare in extremis la sua estate assai poco alpinistica:


giovedì 27 ottobre 2011

News e curiosità dal mondo dell'Arrampicamento

Anche se in ritardo ci sembra doveroso divulgare la notizia della prima libera del nuovo tiro cult della famosa falesia dei Canarini o dei Mignottauri che dir si voglia. Per il momento è stato liberato solo il tiro chiave dell'impegnativa via "Il labirinto del Mignottauro". Partendo da una cengia intermedia, sottostante il secondo terazzino. Tale cengia è facilmente raggiungibile dal Bar di Bagnoli salendo un ripido Ghiaione, attraversando ostili arbusti carsici e poi con un tratto non troppo impegnativo di I+ con passaggi di II- si arriva proprio dove la parete si fa più strapiombante e repulsiva. Li conviene legarsi e dopo un metro di salita ci si ricollega alla famosa via del "Labirinto del Mignottauro" proprio dove parte il tiro chiave. Con questo piccolo sotterfugio, consigliato da O.DiBrazza al nostro Reverendo durante uno dei suoi sogni mistici; si è potuto provare solamente il tiro duro della via che liberato appunto al calar delle tenebre in un imprecisato giorno di settembre viene ora gradato 7c- o 5c/A0. Attendiamo ora le ripetizioni per la conferma del grado ma soprattutto, attendiamo con trepidazione la libera integrale del "Labirinto del Mignottauro".

Inoltre riportiamo la probabile prima scalata notturna della "Rosa dei venti" normalmente gradata 7b che però  in quelle condizioni estreme si alza al grado di 6b-N0 (seibì con difficoltà notturna 0, cioè con l'ausilio della frontale).

Spero a presto con altre News... Viva

martedì 18 ottobre 2011

Cronache dalle Pareti

 Tragedia sfiorata a Kompanje

La cordata Gheyshiro-Gheyking dispersa durante la discesa dalla falesia. Attivato il G-Rescue Team.

 

Il Divino Arrampicamento

Per gentile concessione del museo di letteratura istriana di Pisino, il G.Team puo’ orgogliosamente pubblicare la prima parte del manoscritto “Il divino Arrampicamento”, rinvenuto nella grotta di Dante in localita’ Podgace, Ciceria.



Introduzione di G.Shiro


mercoledì 12 ottobre 2011

ESERCIZI

Per non "cadere" dalle nuvole nel momento del bisongo, perchè perfetta preparazione prevede povere prestazioni.


Guglielmo Fermer (1853-1927)

La Biografia




  Guglielmo Artemisio Fermer nacque nell’agosto 1853 a Torino da genitori borghesi di affermata fede irredentista e impegnati attivamente nello smaltimento di rifiuti pericolosi. Fin da piccolo dimostrò un particolare interesse nei confronti di ammassi di ghiaie, discariche edili abusive e terrapieni instabili al punto che già all’età di 5 anni intasò parte dei canali di irrigazione delle campagne limitrofe alla sua abitazione dopo aver causato un oculato sistema di frane che andava a colpire i collettori principali dell’acqua. Durante il periodo di studi si dimostra uno studente di scarse capacità con una leggera indole verso la fisica e la letteratura romanza; i suoi insegnanti sostenevano che in aula Guglielmo fosse più interessato alle crepe dei muri che alle lezioni stesse.
All’età di 20 anni lascia Torino per dirigersi a Parigi per studiare filosofia secondo il volere del padre. Guglielmo non trovando motivazione e stimoli in questa materia si impegna poco nello studio e continua le sue ricerche in materia di frane e pareti instabili. Al secondo anno di università, mentre analizzava una vistosa crepa nel muro portante della palazzina degli uffici del rettore con un tondino d’acciaio, fa crollare l’intero edificio e questo gli costa l’espulsione.

Il padre rassegnatosi di fronte a questo evento sconcertante permette al figlio di iscriversi alla facoltà di ingegneria mineraria all’università di Pisa. Fermer trova in questa materia molti punti in comune con i suoi interessi personali in particolare rimane affascinato dalle lezioni di stabilizzazione di gallerie franose e in breve tempo si distingue tra i migliori studenti. Nel 1879 si laurea a pieni voti con lode e bacio accademico del rettore stesso.

Trova subito impiego nell’impero austro-ungarico presso le miniere di Idrjia e successivamente a cave del Predil dove rimarrà affascinato da alcune imponenti pareti di ghiaie verticali delle alpi giulie e carniche. In un ambiente florido come questo conosce personaggi di spicco come il conte di Brazzà, Vladimiro Dougan e vari clanzisti giulio-carnici d’elite. Presto si distingue per i suoi studi di alpinismo teorico su roccia friabile e nel quinquennio 1901-1906 pubblica importanti articoli scientifici sull’arrampicamento teorico ed enuncia il primo teorema di Fermer destinato a rivoluzionare le tecniche di progressione su itinerari verticali instabili. Nel 1913 durante una risalita esplorativa di un marcione verticale sullo Jof di Miezgnot intuisce il celebre secondo teorema di Fermer. Non disponendo del solito quaderno degli appunti riporta dimostrazione ed enunciato su un rotolo di carta igienica. Purtroppo, citando la tradizione popolare il secondo teorema è destinato a “finire in merda”, dal momento che Arnold Fruhstuck, guida alpina fidata di Fermer, viene colto da una diarrea fulminante dovuta forse agli eccessi della serata precedente e utilizza barbaramente la carta igienica con sopra il teorema. Si perde così la dimostrazione di una delle più importanti pietre miliari dell’alpinismo teorico. Negli anni successivi Fermer si arruola come volontario nell’esercito austro-ungarico e combatte contro l’Italia e muore di pertosse a Boston nel 1927 lasciando in eredità tutti i suoi scritti alla famiglia Lamas.

Il secondo teorema di Fermer rimane tuttora senza dimostrazione.



 Primo Teorema di Fermer

Il prodotto del volume di roccia marcia per la forza di compressione ad essa applicata è direttamente proporzionale al carico di rottura sopportabile.









Dove: 


    N: forza di compressione [N]
   V: Volume di roccia marcia [m3]
   T: carico di rottura [N/m2]
   k: costante poli-volumetrica di Fermer [m5]





Ovviamente il significato di base del teorema è: “più roccia marcia si comprime e maggiore è la probabilità di sopravvivenza”. Il teorema di Fermer trova la sua migliore applicazione pratica con il celebre morsetto Fermer (vedi figura 1).









Figura 1: Morsetto Fermer di tipo automatico.



Tabella delle principali costanti poli-volumetriche di Fermer
Gran marcione delle giulie
8,3 106 m5
Legoland dolomitico (ammasso di pietre instabili ed estraibili)
2,6 102 m5
Crostoni e lame instabili delle chianevate
1,7 m5
Ammassi di lame marce della val rosandra (crinale)
2.6 m5
Conglomerato di fango e ruderi della Mostrojka
5,9 104 m5
Sfasciumi generici da vetta
6,4 102 m5
Polverini e marciumi vari da conglomerato muschioso
9,8 103 m5
Ghiaioni letali della creta grauzaria
7,9 106 m5

      El Reverendo (Massimo esponente sullo studio dell'epoca Fermeriana)

venerdì 30 settembre 2011

Deep Carnia Parte 2

Sto per andare a dormire. Di nuovo qui alle casere di val Collina e come l'altro venerdì notte ho la stessa sensazione. Ma ora so di cosa si tratta, è la stessa che mi ha accompagnato per tutta la settimana passata. La sensazione di andare verso qual' cosa di sconosciuto.

Già domenica sera pensavo a come sarà la parte giallastra che sovrastava l'ultimo punto raggiunto il giorno prima e lungo tutta la settimana mi sono immaginato i passaggi che avremmo trovato, il diedro la cengia la placca o la fessura. Ho immaginato di percorrere per primo quei metri di roccia, ho immaginato di essere il primo ad intuire la linea di salita più semplice lungo quei muri lisci e con poche debolezze, ho immaginato di proteggermi con un micro nut in una micro fessura o di piantare un bel chiodo... ho immaginato... immaginato...sognato...

La mia mente si sforzava di trovare una soluzione ad un problema che non avevo ancora visto. Cercava di aggrapparsi a qualche appiglio costruito nella mia testa. Voleva vedermi piantare un chiodo e superare il passaggio. Cercava delle certezze dove invece di certo non c'era proprio niente.
Dove l'unica sicurezza sarebbe stata la capacità mia e del mio amico. Niente relazione, niente chiodi o magnesio ad indicare la via, solo roccia e incertezza.
Magnifico, come un' esplorazione. Ecco la sensazione dell'ignoto che mi sono portato dentro per tutta la settimana ora la sento più forte che mai. Ma so anche che domani farà bel tempo e che la prima parte della via la conosciamo. Ma il resto è ancora tutto da scrivere... speriamo.



Siamo presto all'attacco, accompagnati dall'onnipresente nuvolo che scivola lungo il vallone delle crete Monumenz e che ci nasconde a tratti l' imponenete parete delle Chianevate.
Percorso il primo tratto di via ci ritroviamo su terreno sconosciuto ed iniziamo a discutere su come proseguire, ma appena il Reverendo parte noto una stonatura nella parete soprastante, alla base di un diedro che pensavamo di percorrere, essendo l'unico punto debole della prima fascia gialla e strapiombante. Osservo meglio e voglio sbagliarmi, ma ormai le nuvole sono scivolate via ed il sole mattutino mette a nudo tutti i segreti che la roccia generalmente tiene per se. Quindi strizzo gli occhi e dopo un' attimo mi decido a lasciare che la tristezza e un po' di rabbia invadano il mio il mio cuore. Con voce piatta e seria comunico al mio compagno che vedo una sosta bella e buona con tanto di fettucciona alla base del “nostro” diedro. Silenzio.
Di colpo il piacere dell'ignoto è volato a terra e con esso anche il nostro entusiasmo. Dopo un tiro di trasferimento siamo a quella fatidica sosta che come una diga ben costruita ha bloccato il dilagare dei nostri sogni di scoperta e il desiderio di sperimentare nuove sensazioni mai provate prima su una parete. Alla fine dopo il rammarico e confidando nella capacità della sosta di arginare anche un possibile tuffo nel vuoto decidiamo di proseguire lungo due tiri stupendi quanto difficili.



 Il primo ci porta, non senza fatica e con una bella dose di triler ad una meravigliosa cengia sospesa come un pulpito tra due muri dorati e lisci. Risolto il primo ci resta il secondo che ci dovrebbe portare ad un bel ripiano erboso detto belvedere. Guardandoci attorno capiamo che non sarà tanto facile proseguire oltre. Dei chiodi e dei nut spuntano dal centro della parete dove non sembra molto logico passare. Ma guarda qua, guarda la incomincio ad intuire la linea di salita, prima un muro bello compatto ma con della roccia lavorata a gocce e rughe veramente stupenda. Poi una serie di buchi svasi e come ciliegina un bel passaggio finale su svasi e tacche in placca senza piedi. Un bel ingaggio ottimo per stancare anche lo spirito e non solo le braccia. Terrazzino comodo. Il respiro prende fiato e si stabilizza. Con calma aggancio due chiodi e mi guardo attorno, adesso? Provo da una parte verso un chiodo ma con fatica torno presto sui miei passi, di la non si passa! Ma allora da dove sono saliti, tracce di ritirata non si vedono. Scruto ogni possibile scappatoia, guardo verso l'alto a destra e a sinistra, finchè a sinistra, ben a sinistra in una fessura vedo un cordino, allora il mio sguardo scende lungo la fessura e raggiunge una nicchia. Però non so ancora come io raggiungerò quella nicchia. Allora mi viene in mente un traverso prima verso il basso per poi risalire. Ma non mi sembra fattibile. Eppure è l'unica possibilità e senza pensarci troppo mi immergo di nuovo in quel stato di concentrazione e attenzione dove tutto ciò che ti circonda sparisce e devi solo pensare a non cadere. Arrampico in discesa per raggiungere due buchi dove con un mano piede, sfiorando tacchette e spalmando le suole sulla porosità eccellente della roccia, riesco non so bene come a traversare e raggiunta una prima nicchia muschiosa mi trovo a faccia a faccia con un meraviglioso chiodo. Si! Allora sono passati di qua. Oramai sono stanco, le braccia mi fanno male, e la mente inizia a dare segni di cedimento. Avviso di ciò il Reverendo che mi fa pazientemente sicura e che ormai essendo aldilà dello spigolo non mi vede più. Rinviato il chiodo mi lancio su per questa nicchietta e prendo di petto lo strapiombo, mi alzo e dal buco rovescio che trovo nella nicchia mi allungo a prendere una tacca con la mano sinistra poi incastro il piede per non venire sputato fuori dalla nicchietta, prendo una tacca con la destra, sento che il vuoto mi chiama e che le braccia sono sempre più stanche, tutto inizia a pesare in maniera insopportabile, il chiodo so che c'è anche se ben sotto di me. Guardo oltre lo strapiombo e con gli occhi cerco di scavarmi una buona presa ma tutto e sfuggevole e liscio, oramai le mani si stanno per aprire, io stringo sempre più forte finchè gli avambracci bruciano, allora grido che sto per cadere, come ultima risorsa lancio a due ciuffi d'erba che ho davanti al naso... con la disperazione non si va molto avanti e con i ciuffi in mano sento l'aria scorrermi tutto attorno e mi ritrovo qualche metro più in basso a contemplare il cordino ed il chiodo, sorrido, hanno fatto splendidamente il loro dovere. Ma non c'è tempo da perdere, dobbiamo guadagnare la cima del pilastro e allora ecco che l'arte dell'artificiale torna utile, un bel passaggio su staffe improvvisate e con fatica mi ritrovo a battere un'ottima sosta nella fessura soprastante.  
Da li in poi tutto procede liscio, e lungo una via di fuga più facile guadagnamo la cresta delle Chianevate che ci regala un tramonto stupendo, sospesi sopra le nuvole.


Infine una lunga discesa nella nebbia e nel buio...Lasciandoci una profonda stanchezza e un dubbio atroce: se non fosse mai passato nessuno, come avremmo reagito di fronte alle difficoltà? Saremmo passati? Avremmo osato abbastanza su quei muri così repulsivi?O avremmo vigliaccamente VittorioVenetizzatto con delle tristi doppie?!  

Un giorno saprò rispondere a queste domande, per ora mi accontento di questo piccolo assaggio di ingoto. Ignoto dentro la parete, dentro la roccia ma sopratutto dentro di noi e dentro le nostre paure; tutte da scoprire.

                                         CapoRom

mercoledì 21 settembre 2011

Deep Carnia; speriamo... Parte 1


Eh si! Alla fine abbiamo portato Lollo in Carnia! Desiderava tanto conoscere questi luoghi selvaggi e impervi. Dove con un' ora di cammino si sta in pace, lontani da qualsivoglia disturbo visivo e acustico. Ormai è già notte fonda mentre noi piantiamo la nostra tendina, ci godiamo le sagome dei monti stagliarsi contro il cielo stellato ed assaporiamo l'aria fresca di montagna, che pian piano porta via il calore e l'apatia della pianura. Nonostante ciò ho comunque voglia di infilarmi al più presto nel sacco a pelo, un po' per la stanchezza ed un po' perchè non vedo l'ora che arrivi l'indomani, è una settimana che non arrampico e ho una voglia matta di toccar roccia; ma forse non è solo questo. C'è un'altra cosa, si. Un'altra sensazione...

Durante il tragitto in auto dove le grandi menti dei membri del G-Team che partecipano alla gita si confrontano e alimentano le loro seghe mentali più potenti, fomentati dal tiro de bobazza di Lorenzo Lamas, decidono che per questa volta non andranno a ripetere nessuna via ma ne creeranno una di sana pianta dall'inizio alla fine! In barba ai carnici ed ai propeller. Chiaramente la via dovrà seguire una linea logica suggerita dalla parete, non sormontare altre vie esistenti, salire su roccia ottima su una parete alta ed impegnativa e ovviamente dovrà avere un certo Triler e difficoltà! Tutti ingredienti facili da trovare...

Al mattino il risvegli è un po' difficoltoso, ma pian piano tutti ci mettiamo in moto sotto un cielo striato di nuvole. Vabbè siamo in deep Carnia, è normale. Solo Lollo ci mette un po' ad attivarsi, appena con l'odore del caffè esce dalla tenda e dopo un sorso si mette a fare burnout (svise e cerci) con la sua Harley gridando Ohhh, Sborrrraaaa, Ohhh!! a tutte le vacche che pascolano lì intorno con fare ostile e minaccioso nei nostri confronti. Sedate le cariche delle erbivore finiamo i preparativi del materiale e l'abbondante colazione!
Non so ma ho come il presentimento che già singolarmente i nostri membri avessero qualche velleità creativa o almeno esplorativa perchè tutti e quattro abbiamo portato, senza preavviso, un nutrito quantitativo di giangobaglie. Come tanti chiodi e cordini anche vecchi oltre che gli immancabili nut e friend. Fattostà che ci si incammina lungo il ripido sentiero e siccome noi ci siamo attardati nei preparativi e Lollo con le vacche, il passo sembra da gara di skyrunning tant'è che abattiamo abbondantemente il tempo scritto sulla tabella segnaletica, il che in Deep Carnia per me è un record. Beh ma d'altronde chi poteva trascinare il gruppo su per il senitero se non il Majster?! Saliamo talmente veloci che arrivati ai piedi della parete ed alzato il naso all'insù ci rendiamo conto che la nebbia l' avvolge completamente. Ma ovviamente la nostra perfetta conoscenza del luogo, delle linee di salita e della nostra linea immaginaria studiata a tavolino ci saranno d'aiuto per trovare l'attacco. Ed invece no... Perchè? Beh semplice io non ci vengo qui da due anni, il Majster poco via , l'unico è il Reverendo che quest'anno ha già transitato per ben due volte in queste zone. Allora come fare per individuare una linea sulla parete, ma sopratutto come capire se ci passa già una via oppure no? Mentre io ed il reverendo studiamo le misere foto della parete con tracciata qualche via e attendiamo che la nebbia si apra, il majster si aggira furtivo lungo i ghiaioni (giare) addossate alla parete.

RomBoss “ Ciò vara la dei, ciapemo driti su per quela placa taiemo la via de Mazzilis e andemo su driti”
Reverendo “ Ma vara de la, forsi xe meio! No te piaxi quel placon?!”
Rom Boss” Uh Uh, Varda che bel tetin, xe anche fesurado, te ghe cazi do frend e no sembra poi tanto duro”
Reverendo” Varda de la, passa una via, e quela fessura?”
RomBoss “ No dei, de la te finisi sule giare verticali più su!”
Reverendo “ Ara che deso se verzi speta un'atimo che fosri vedemo qualcosa”
RomBoss “ Si dei, saria ora! Maledetta la meteo carnica!”

Di colpo il Majster esordisce con:
Ciò FINILA! ARA LA, DRIO EL SPIGOLO XE PIERA GRIGIA, CIAPEMO SU DE LA E PO' SE VEDI, QUEL CHE XE XE!
I miei occhi incrociano quelli del reverendo e all'unisono esclamiamo: “ Te ga ragion! Andemo de la e vafanculo!”

Gli spaghi vengono filati, infatti la prima parte sembra comunque impegnativa. Il Majster si attacca tutti i disonoranti e le giangobaglie e dopo essersi legato inizia a salire per i primi metri di quella che poi passerà alla storia come la famosa “Placca Harley! Roccia ottima poco proteggibile!” L'attenzione del rocciatore è alta, deve piantare due chiodi di (semi)sicurezza ma poi alla fine dopo 40 metri prepara una sosta ed iniziamo anche io ed il reverendo a salire apprezzando il bel tiro che all'apparenza sembra essere rimasto vergine fino ad ora.

Dalla sosta parte il nostro impavido Reverendo che attratto da una bellissima placca compatta tira fuori il meglio di sé per percorrere quei cinque metri in traverso su una placca liscia ed improteggibile rinominata subito “ Traverso Six Killer” per poi con sommo rammarico trovare alla base di una fessura strapiombante e marcia, due chiodi! Due chiodi lasciati da chi sa chi! Probabilmente proveniente dalla nostra destra. Ma senza troppe ciance il reverendo riparte e supera facilmente la fessura e prosegue verso l'alto per poi ritrovarsi a battere un chiodo con un sasso perchè i due martelli li ha lasciati in sosta... ma con ardite manovre di corda riusciamo a fargliene avere uno. Rinvigorito dal potere del Martello il reverendo corre veloce in sosta!
Raggiunta la sosta mi rattristo perchè vedo due chiodi ruggini ed un vecchio cordone. Che tristezza qualch' uno è già passato. E adesso dove andiamo. Beh semplice, se la logica ci porterebbe su per un invitante diedro sopra le nostre teste (come probabilmente hanno fatto i nostri predecessori) , il Reverendo decide di salire a sinistra lungo una fessurina e superare uno spigoletto con dei passaggi non banali. Dopodichè lo perdiamo di vista e seguiamo per un attimo le corde che scorrono lente. Il tempo passa, soffia un leggero venticello ma si sentono solo i propeller che scivolano veloci nell'aria e si inabissano nelle profondità bianche della nebbia che ormai ci avvolge. Il silenzio è molto forte, si fa sentire è quasi assordante! Finchè ad un certo punto si sente un leggero brontolio in lontananza. Come un tuono. Ma non può essere, fino a sera tardi non dovrebbe piovere. Ma le regole meteo che valgono per il resto del mondo qui in Deep Carnia sono solo futili seghe mentali. Quindi Berto con rassegnazione mi fa notare che tra un po' potrebbe andare peggio, cioè potrebbe piovere...
Allorchè sentiamo un rumore metallico che passando attraverso la roccia ci giunge attutito alle nostre orecchie. È il reverendo che sta facendo sosta. Dopo un po' , anche troppo, è sempre il reverendo che batte chiodi. Ci guardiamo:

Majster “ Ciò me par a mi o no riva batter dei boni ciodi?!”
RomBoss “ Ma noooo, secondo mi ga capì che dovemo ritirarse e sta armando una sosta coi contro per far na doppia sicura.”

10 sec di silenzio e poi dall'alto:

Reverendo “MULIIIII “ … “ LA SOSTA “ … “ FA … SCHIFOOOOOO”

Sguardi contriti passano per un' attimo sulle nostre facce ma poi siamo già partiti per raggiungere la sosta da schifo lungo il tiro chiamato “ Dreaming California Sunshine” lungo una facile fessura di stampo californiano... Appena arrivati in terrazzino le nuvole si spalancano inizia a soffiare un forte vento e iniziamo a sentire le prime gocce d'acqua e dopo poco i primi granelli di grandine accompagnati da tuoni e dai lampi che però ci lasciano in pace restando a giocare in alto lungo le creste...

Al che tutti in coro gridiamo al cielo “ YEAHHH THE STORM” ed iniziamo le calate in doppia sotto la Storm

Qui alla sosta “ Shining Belay” si interrompe la nostra nuova o seminuova linea di salita... Il dispiacere della ritirata verrà mitigato con la speranza di tornare al più presto a finire questa via, che da quello che abbiamo potuto intuire avrà di sicuro una bella (e probabilmente indipendente) prosecuzione verso la cima!


E Lorenzo? Beh Questa volta Lollo si era portato Pamela per farle conoscere il G-team e per portarla un po' ad arrampicare . Solo che con tutte le sue paturnie, le unghie che si rovinano , il freddo, i capelli che si sciupano con l'umido. Poi con quelle Tettone in placca non ci si muove molto bene, pamela preferisce gli strapiombi. Quindi erano un po' lenti e sono rimasti indietro, poi alle prime avvisaglie di pioggia se la sono svignata (mokada) in qualche raduno di motociclisti nel sud del Friuli a mangiare frico, polenta e salsicce (luganighe)




                                                                         RomBoss

venerdì 16 settembre 2011

All together in Carnia with Lollo and his fucking vaccas!

Hi Muloni

Thank you very much to you all. I've just seen my foto with the Rom-Boss, the Maister and the Reverendo when we were in cengia last sunday and I've felt immediately like a bobazza even more than usual!
I'd really like to enjoy your team and become an effective G-Team member because you all are completely fora and I like to be with people that are out like horses. However I've noticed that you are usually out of figa so, if it is needed for my subscription, I can bring some vaccas that I surely gonna catch in a sagra or in the baretto of Osp.
Tomorrow nite I gonna do a lot of cerci with my harley davidson in front of the church of Timau and then we go for puttanas in Villach. Do you wanna join me?

giovedì 15 settembre 2011

Thank's Lollo!!

Thank you Lorenzo Lamas (Lollo) for a nice week-end wich we have climbed in the middel of the propeller land! Thank's a lot for your very tiro of  Bobaza!



Dal Glossario:

Mignotauro:
  Specie estinta che deriva dall’incrocio tra bovino ed ovino; animale simile ad una capra con le corna da toro, caratterizzato da un forte ed inconfondibile odore di caprone. Fino a pochi anni orsono degli esemplari vivevano in zona canarini e giardini d’inverno, ed erano soliti rosicchiare le corde dei rocciatori o gettare dall’alto addosso agli arrampicatori pietre e detriti vari. Sovente il rocciatore che arrivava al termine della via si trovava qualche esemplare infastidito con le corna puntate, per cui doveva farsi calare rapidamente. Per questo l’animale era apostrofato come figlio di mignotta, da cui mignotauro! L’estinzione sembra sia dovuta al cambio di gestione dell’osteria del paese sottostante! A quest’animale ormai mitologico e’ stata dedicata la celebre via: il labirinto del mignotauro, unica via a piu’ tiri ai canarini!


martedì 13 settembre 2011

Finalmente il glossario del G-Team

 Siccome è possibile che molti di voi comuni esseri umani non comprendiate appieno il significato di certi termi e locuzioni utilizzate da gran parte dei Membri del G-team, abbiamo redatto (con l'aiuto di tre dei migliori cervelli del Team) un pratico Glossario.
Speriamo vi sia d'aiuto anche per godere appieno delle avventure vissute dal G-Team!

  Pubblichiamo qui di seguito due esempi del glossario che trovate completo (ed in continuo aggiornamento) nell' apposita pagina! Buona lettura.


PROPELLER: Corvide generico da vetta












FREE STYLER: Ignorare palesemente la linea logica e indicata dalla relazione per seguirne una suggerita dal proprio istinto

domenica 4 settembre 2011

Tratto dal Vangelo secondo il Reverendo.


Caporetti 13,17

15Nell'anno settantunesimo dalla morte di Emilio ovvero trentanovesimo dalla caduta di Enzo e seconda luna del sessantaquatresimo semestre dalla scomparsa di Ernesto, Gheyshiro del popolo San Giacomino e il Reverendo delle tribù Rosandre si incamminarono alla conquista dell'alpe contro la volontà di Javeh. 17 Essi si dirigevano al cospetto del Deye-Peters nelle terre di Ernesto bramosi della vetta ma ciechi ai segni del signore. Javeh reputò tale azione un grande sdegno nei suoi confronti e istruì i cherubini affinchè, con opportuni segni, mostrassero ai due rocciatori l'umiltà dell'alpinismo. Il primo cherubino fermò il loro cammino spostando le auto dell'autostrada e incolonnandole per sette chilometri dal casello che giace nella terra del lisert presso le foci del fiume timavo che delinea il confine con le terre bisiacche. 20Gheyshiro uomo astuto ma con il cuore chiuso al tocco della mano del signore condusse il suo veicolo lungo strade statali che sfuggivano all'occhio del cherubino. Questa azione fu odiosa agli occhi di Javeh che disse al secondo cherubino "Vai e arresta il loro impuro proposito con l'acqua che bagna tutte le fessure e fa cadere il rocciatore". 23Così i nembi fecero cadere acqua e ghiaccio dall'alto dei cieli sulla nazione di Pontebba innondando tutte le rocce al punto che i fiumi riversavano acque marroni per l'ira del signore. Tutto ciò fu molto grande e intimorì il Reverendo che disse a Gheyshiro "I nembi sono avversi al diedro del Deye-Peters, orsù dirigiamoci al pilastro della plote che sorge maestoso ai piedi della creta delle Chianevate che sorveglia Timau poichè laggiù il sole splende e la nostra vittoria sarà grande". 27I cherubini videro tutto ciò ed inviarono un vecchio eloquente che era padre di un padre appartenente alle tribù che vivono a sud del fiume tevere. Egli proferì le medesime parole "Non dirigetevi all'alpe poichè voi siete giovani e belli. Grande sarà il vostro giovamento se andate nella città di Villacco che giace a nord delle Giulie perchè laggiù è abbondante e facile il sollazzo della vagina. 30Stupefacenti sono le mie prestazioni con l'alchimia del viagra". Ma il fiero Gheyshiro rispose "A noi non interessa la vagina poichè siamo alpinisti e grande sarà la nostra vittoria in carnia". Uscirono dalla porta sud di Pontebba e si diressero verso la carnia dove si accamparono con i loro armenti ai piedi della creta delle chianevate. 33Si svegliarono all'alba al terzo canto del gallo per preparare il materiale. Javeh indignato inviò un arcangelo a confondere l'attrezzatura e così Gheyshiro dimenticò il conetto. Con cuore cieco ai segni del signore Gheyshiro ed il Reverendo fecero l'avvicinamento con impeto.35 Visto ciò i cherubini inviarono dei rocciatori teutonici che vivono a nord delle alpi carniche nella terra dove il sollazzo della carne è facile ad ottenersi. Precedettero i blasfemi e traversarono con eleganza la temibile cengia del primo tiro ma con astuzia i cherubini tolsero gli appigli della placca e il primo rocciatore cadde per sette e sette cubiti. 37Grande fu lo sgomento alla vista della caduta ma Gheyshiro il cui animo è saldo e non si atterrisce attaccò la prima lunghezza mettendo tre protezioni in sette cubiti di lunghezza. Javeh vide ciò e grande fu il suo sdegno. Scese lungo la via e levigò le prese della fessura impedendo il passaggio ma l'astuto Gheyshiro si fermò e fece salire il Reverendo poichè invincibili sono le sue dita. 40Il Reverendo passò e gli alpinisti conquistarono due lunghezze pari a uno stadio con tre protezioni. Riprese la lotta Gheyshiro ma il signore che è misericordioso, inviò due gracchi neri in segno della sua ira. Gli uccelli volteggiarono tre volte con sette canti dal tono grave e Gheyshiro perse la diretta via perseverando lungo una cengia marcia che solo i capretti sono avezzi a praticare poichè è rigogliosa di erbe e frumento. Il Reverendo risalì e riprese la diretta via perchè salda è la sua stretta.43Tutto ciò fu molto odioso agli occhi di Javeh per l'impeto con cui il Reverendo tirò gli svasi delle placche sacre interdette agli uomini. L'ira del signore fu grande e sotto il suo segno una lama solida divenne marcia riempiendo di sgomento il cuore di Gheyshiro che implorò al compagno di essere calato come è di uso nei caporetti.45Grande fu la sconfitta di Gheyshiro ed il Reverendo perchè ciechi alla vista della volontà del Signore pretesero la vittoria della vetta dopo i sette segni ostili inviati da Javeh.

                                                                           El Reverendo

mercoledì 24 agosto 2011

I segni di Ceuse


I meravigliosi paesaggi francesi delle Haute Alps scorrono veloci all'interno del riquadro del finestrino. I miei occhi si riempiono di immagini stupende che sfiorano appena la mia mente, cercano di raggiungere il cuore per farmi provare una qualche meraviglia o stupore per la bellezza della natura, illuminata da un sole splendente. Ma cosa sono delle immagini messe a confronto con l'esperienza vissuta. Il mio cuore è impegnato ad assaporare ancora le emozioni e le esperienze vissute nell'ultima settimana. Manda sensazioni al cervello che è come in standby. In pace con se stesso e con ciò che lo circonda.

Siamo troppo abituati a correre che oramai solamente vediamo l'ambiente che ci sta attorno senza viverne appieno neanche una briciola. Senza sentirne i profumi o i suoni. Anzi a volte di suoni c'è ne sono fin troppi, tanto che a volte il silenzio ci spaventa e ci si dimentica del piacere di svegliarsi con unicamente il suono di una leggera brezza tra le fronde degli alberi o un flebile cinguettio. O di aprire gli occhi perchè le palbebre vengono sfiorate dai primi raggi di sole. La sveglia non è un trillo fastidioso, un richiamo alla fretta, bensì il suono ed il profumo emanato dalla moka piena di caffè che trascina lentamente i tuoi pensieri verso la giornata ventura.

Tante immagini immagazzinate nella testa come nella memorycard della digitale, prima ben stivate e pronte per essere visionate, poi appena scaricate sull'hard disk o lasciate decantare sul fondo della memoria si perdono e vengono spesso dimenticate in qualche cartella di C:/ o nella mota sabbiosa del profondo delle nostre anime. In una settimana avrei potuto girare una buona parte della Francia, correndo qua e là visitando città, paesi e paesetti vedendo chilometri e chilometri di campagne colori e monti, sfiorando magari anche il mare o abbracciando tutto il mondo che i miei occhi riescono a vedere dalla cima di una montagna. Ma allora perchè, mi chiedevo io, dovrei fermare la mia vita per più di sette giorni sotto un grande muro di pietra grigia e compatta. Morta. Come una lapide per giganti con l'epigrafe scritta in qualche strano linguaggio fatto di buchi e striature giallo grigie?! Che cosa vado cercando oltre quel muro? O in esso?

Pian piano il tuo corpo e la tua mente si adeguano sempre più ad un ritmo a te sconosciuto ma che nel profondo dell' istinto senti ancora tuo. Un ritmo arcano. Di un'epoca nella quale l'uomo viveva con ritmi e desideri più naturali; più simili alle bestie ma non per questo meno nobili...anzi, molto più giusti. L'unica cosa a cui vuoi pensare è arrampicare e mangiare. Il bello è che lo stai facendo, senza accorgertene e di colpo ti rendi conto che non sei mai stato meglio. Hai dimenticato tutti i tuoi problemi passati e futuri. Al mattino vedi a malapena il pomeriggio, al pomeriggio osservi da lontano l'arrivo della sera e alla sera scorgi appena appena l'alba del giorno dopo...
Ti alzi con calma. Vai a sciacquarti la faccia con l'acqua fresca, ti guardi allo specchio una, due tre volte, non per vanità ma perchè noti qualcosa ma non capisci cosa. Poi vedi che la tua faccia è diversa dal solito è più rilassata più felice. Capisci che stai meglio, perchè sai che anche oggi potrai arrampicare e solo arrampicare e l'unica scelta che dovrai fare sarà quale linea scalare. Tra le tante possibilità offerte dalla parete sceglierai quella che più eccita la tua fantasia. Quella che ti lascia fantasticare sulle emozioni che proverai e che ti fa già immaginare i movimenti che dovrai fare per salire, per non cadere. Per superare ancora una volta la tua paura o la tua debolezza le tue nemiche alleate della gravità. Stanno forse nascoste tra la bellezza del paesaggio? Forse dietro una balla di fieno appena raggomitolata? Forse dietro una nuvola veloce che scorre in cielo come un destriero impazzito? Forse dietro qualche campo di grano, piccolo appezzamento di sole trapiantato sulla superficie terrestre? Non credo, direi piuttosto che si nascondono all'interno di certi buchetti un po' svasati che come cerchi di afferrarli sembrano tappati e rigurgitano velocemente le tue dita che sfiorano la superficie della roccia in cerca di aiuto. Aiuto che non trovano. Allora la tua attenzione ormai vacillante si dirige verso le punte delle scarpette tue più fedeli alleate per dirigerle in cerca di qualche bel appoggio dove poter scaricare il più possibile il tuo peso e riprendere fiato prima di proseguire nella tua fuga verso il cielo. Ma la parete è diventata liscia e compatta come se qualche simpatico scriba al soldo della natura abbia come d'incanto deciso di cancellare completamente i già pochi segni scolpiti su quel tratto di parete. Mentre gli avambracci si gonfiano e ti senti sempre più stanco. Un miscuglio di sensazioni si intrecciano e sbatacchiano nella tua testa. Tu cerchi di dominarle per riprendere il controllo della situazione e non cadere di sotto... ed è proprio in questo momento di confusione mentre stai già lottando con la forza di gravità e la fatica nelle braccia che si insinua piano piano, partendo dal profondo, la paura. La paura di cadere, di quel volo...lungo? Eh si lungo ; per caso cercando gli appoggi il tuo cervello a ricevuto l'immagine dell' ultima protezione che si trova oramai ben sotto le suole delle tue scarpette e ti rendi conto che sei rimasto solo a lottare contro tre nemici dalle forze soverchianti... cerchi invano con gli occhi una possibile ancora di salvezza a cui aggrapparti intanto sposti leggermente il bacino a sinistra ed automaticamente il tuo corpo si modella alla roccia per sfruttare al massimo l'equilibrio offerto dalla posizione precaria in cui ti trovi; Ma ecco che riesci a vedere qualcosa, ce la puoi fare ma all'improvviso...

Perchè ho deciso di concentrare la mia attenzione ed i miei sforzi a cercare una piccola ruga affiorante della roccia che mi faccia vincere una lotta impari, tentando di salire qualche manciata di roccia per poi ridiscendere immediatamente?
Perchè mi piace portare la mia mente ed il mio fisico al loro limite e continuare a superarlo finchè sarà possibile! Perchè preferisco provarle le emozioni piuttosto che guardare gli altri che le vivono! Perchè ho imparato che le sfide anche se inutili insegnano, che si vinca o che si perda. E cosa c'è di più bello nella vita nell'imparare, nel scoprire e nel migliorarsi?!Se poi tutto ciò viene vissuto e condiviso da altri che provano le tue stesse emozioni e vivono con tè e tu con loro queste piccole avventure allora capisco perchè vado rincorrendo quell' appiglio, quell'ancora di salvezza in un mare di paure e debolezze. Tutto ciò mi da la forza per lottare anche nelle grandi avventure che per forza di cose sono condivise solo con pochi. Anche se spero che quei pochi aumentino.
Allora vedo che dietro quella virgola sulla roccia, quella leggera asperità si nasconde un mondo.
Un mondo meraviglioso fatto di sogni ed i sogni credo che a sognarli e a viverli lascino un segno ben marcato nelle nostre anime un segno chiamato emozione, ben più che tutte le immagini fotografate di sfuggita perchè consigliate su qualche guida turistica. Tant'è che in C:/ non ci entrano i sogni e le emozioni; ma di sicuro possono smuovere la mota che ristagna sul fondo dei nostri cuori e spronarci a vivere.

...ma all'improvviso come stai per staccare una delle due mani per allungarla verso quell'asperità ti senti tirare fortemente da dietro allora riprendi l'appiglio buono e pensi che la tua unica possibilità è lanciare! Ma lanciare ad un'ombra e se poi non c'è niente?! Ti aspetta un lungo ed inesorabile volo verso terra e verso la tua incapacità! Rischiare o lasciarsi andare?! Ma si forse il buco e buono, ma non c'è quasi traccia di magnesio... che fare rischiare e rimanere aggrappato quel tanto che ti serve per salire o lasciarsi andare come dei vinti...alla fine ti decidi e...

...e cosa?... Vuoi veramente sapere come va a finire? Allora cosa fai ancora qui, corri a scalare!!!



martedì 2 agosto 2011

I Membri del G-Team si distinguono sempre!

TRIESTE – MASUN in MTB (86km, 2300m di dislivello)

Sabato 4 giugno, ore 8, partenza da San Giacomo dove inizia la pista ciclabile lungo il percorso della vecchia ferrovia. Tra i 17 componenti che prendo parte all’impresa si distinguono Emiliano Paoletti (non ancora “membro” del G Team e chissà se mai lo sarà...) e Marco Longo “Ghey Forrest”, a fare da testimonial per il suo team. Alla partenza si potevano notare ancora visi allegri e sguardi spensierati, uno su tutti, quello dello stesso Ghey Forrest che, vista l’ora, sosteneva pimpante: “Prima partimo più pian andemo!” . E zà qua se vedi che ‘l xe un prode...


Il seguito nella pagina delle imprese! Intanto una testimonianza fotografica dell'arroganza di uno dei Membri del G-Team: 

G-team Member post action...
                                                                                           

lunedì 1 agosto 2011

Il Profeta disse...

Ora on-line anche gli insegnamenti del Profeta Topo Gigio in anteprima nella sua pagina!



"La gente xe la roba più banale che gabi mai visto, se un se meti un beretin in testa tuti i altri se meti el beretin in testa, se un se meti un diedro in tel cul (???!!) *1 tuti i altri se meti un diedro in tel cul"

*1 Attività da rocciatori esperti nella pratica dell'alpinismo eroico nota solo ai profeti e agli illuminati della roccia.

giovedì 28 luglio 2011

Relazione Via di Dogna


 Un assaggio:

Via di arrampicamento sportivo in ambiente austero, erboso e pericoloso. Linea nata dall'intuizione o più correttamente intuimento del conte di Brazzà che nel 1881, in preda agli effetti psicotropi di alcune particolari spezie afgane, ne aveva studiato il percorso ed era già salito sino al belvedere (resta tuttora poco chiaro come sia ridisceso dal belvedere). Questo itinerario con il quale si superano complessivamente i 1900 m è uno dei più lunghi delle alpi giulie e pertanto si consiglia una partenza nel pomeriggio inoltrato. La grandiosità dell'ambiente qui ancora eccezionalmente selvaggio e i vari tratti franosi rendono l'ascensione ben remunerativa nel caso in cui si desideri disfarsi del compagno di cordata. Vista la franosità del terreno, può risultare utile l' A.R.V.A. per localizzare i rocciatori che inevitabilmente finiscono sepolti dagli scaricamenti di ghiaie. In alcuni punti è eccezionale la somiglianza dell' itinerario con un cantiere edile.

Per la relazione completa e dettagliata con tempi e modalità di salita più adeguate, consultare la pagina RELAZIONI VIE. 

martedì 26 luglio 2011

BlackBox

Entri nella BlackBox, fai un passo verso l'ignoto, o quasi.
Tu non sai cosa può accadere, nessuno sa dove puoi finire o chi puoi incontrare.
Ti puoi fare un' idea delle possibilità ascoltando le dicerie che girano tra la gente ma alla fine non sei proprio sicuro di niente.

Varchi la soglia d'entrata e ti ritrovi con due amici, in auto, sotto la pioggia battente e con tanta voglia di arrampicare! Oppure no? Forse non lo sai neanche tu. Fatto sta che avete appena attraversato il Tagliamento che assomiglia molto al Mekong; per fortuna che i carnici sono più simili ai scandinavi che ai vietcong e che non vanno in giro con un kalashnikov sottobraccio altrimenti dovresti iniziare a preoccuparti veramente a vagare per queste terre Makuljane, piene di mistress molto carine.
La meta del viaggio non può che essere una falesia. Possibilmente mooolto strapiombante.Questa volta però si va in Austria tanto davano acqua ovunque e la nausea delle pareti domače ha preso il sopravvento. Quindi c'è bisogno di aria nuova, o meglio di roccia nuova con nuovi appigli e appoggi.
La pioggia continua incessantemente a battere, dal tettuccio dell'auto al cappuccio della giacca ed il cielo sembra un muro compatto di cemento. Nonostante ciò con lo zaino in spalla ti incammini, trasportato dall'entusiasmo dei due amici, lungo sentieri immersi in una bella faggeta, bagnata e umida.
I sentieri e la gente, tutto ti fa pensare di essere finito in una telenovela tipo “Tempesta d'amore 2 la vendetta della Mistress” e per un attimo accenni un sorriso, ma poi torni cupo, come le nuvole cariche di pioggia e silenzioso come gli alberi che ti circondano. Non capisci da dove i tuoi amici trovino la forza per ridere e scherzare con quella meteo e la quasi certezza di trovare la parete inondata.
Arrivati ai piedi della falesia trovi un' attimo di interesse e di meraviglia verso questo nuovo parco giochi. Però l'entusiasmo viene presto ucciso da tutte le colate d'acqua che solcano la parete e dall'umidità che aleggia nell'aria. Intanto gli altri sono già bardati che scalpitano per arrampicare
sulle evidentemente poche ma interessanti vie asciutte. Ora tocca di nuovo a te, ti sei fatto trasportare fin li.
Adesso? Beh, adesso puoi di nuovo scegliere se partecipare al teatrino e magari scoprire che ti diverti oppure rimanere a guardare e lasciar fare agli altri.
Ma non hai voglia di arrampicare, si o no? Forse non lo sai neanche tu.
Ma arrampicare significa solo arrampicare?
O può voler dire anche passare due giorni sotto la pioggia a parlare cazzate con due amici rincorrendo la roccia asciutta per fare una o due viette in un posto mai visto?! Non so, sei tu che sei entrato nella BlackBox, tocca a te scegliere. Ma poi non venire a lamentari con lo staff.

Ha già, dimenticavo, non puoi lamentarti non lo sa nessuno chi controlla la BlackBox.

CapoRom(GheyLander)

mercoledì 6 luglio 2011

Trailer

Da guardare a tutto schermo!!! 

G-Team Movie il Trailer

Ebbene si adesso in anteprima anche il trailer del primo film del GheyTeam. Complimenti al Majster che essendo in riposo forzato per problemi anali occupa il suo tempo in modo costruttivo regalandoci questa chi(e)cca!!!
Da non perdere

http://www.youtube.com/watch?v=-HOfP8oTPzc&feature=channel_video_title

martedì 28 giugno 2011

Cosa si può volere di più dalla vita?

..... Siamo giunti a Starigrad, partiti sta mattina a singhiozzo, ma finalmente siamo qui, in un bar con una bella birra in mano,il mare davanti a noi, due belle camerriere corrono su e giù a servire i vari clienti.
Sembra quasi che ci stiamo rilassando, ma so già che basta solo una piccola scintilla ad accendere gli animi dei miei compagni di viaggio che son andati avanti sulla spiaggia...Cosa si può voler di più dalla vita?Sole Mare Amici Festa...
Agli occhi dei "normali" sembrerebbe tutto così perfetto...Beh dentro di me c'è un tarlo mi dice che anche se è tardi sarebbe il caso di spingersi su nel parco a fare una via, d'altro canto quattro giorni non son molti, mentre
i progetti invece si. Finisco la birra e vado a raggiungerli, sono già in acqua che sguazzano... Li raggiungo e dopo due bracciate siamo tutti sul molo a prendere il sole...Decido ti tornare alla macchina, so che con la complicita della guida e delle birre riuscirò ad ingaggiare il Lord, il CapoRom e Coca Cola che non si lasciano addescare così facilmente... così come per magia con la sola frase "Muli andemo a far giusto due tiri che scaldemo le candelette" alle 17 siamo tutti alla base del Debeli Kuk pronti per essere assorbiti nella muraglia grigia che si trova sopra di noi, come se la gravità funzionasse al contrario.
Sono rilassato, mentre il mio compagno un pò si preoccupa "Non xe che la cagheremo,ara che xe na via de ALDO , ga el tiro de 7B e diversi de 6c, se me cago in man te va ti!".
So che lui ha le capacità di salire cose ben più dure e conto che il suo carattere bistabile si stabilizzerà nella fase eccitata dopo che il secondo tiro gli fornirà l'adrenalina giusta...
Dal canto mio voglio finalmente vedere se tutti gli allenamenti dell'inverno abbiano portato i frutti desiderati, così lo convinco e abbandoniamo la nostra"Zona sicura", nel frattempo el CapoRom e CoCa Cola hanno già attaccato.
Dopo due tiri siamo al momento della verità,con il Lord eccitato percui positivo,sono positivo anch'io, comincio con un bel respiro...
Via sono come in un'altro mondo non sento niente i rumori sono ovattati e il lord che mi incita(sa tutti come grida) è come un ronzio lontano,sono solo con la mia concentrazione e determinazione, in alcuni momenti addirittura mi sembra di vedermi dall'esterno come se fossi un personaggio di qualche videogame, ma il dolore alle dita mi riporta all'azione,metro dopo metro mi guadagno il tiro e dopo una fessura mi trovo a sostare su una cengetta facendo sosata al lord che da secondo e con lo zaiono riesce anche lui a liberar il tiro...
Che soddisfazione! A Vista e tutti e due "CHE TEAM". Adesso potrei anche tornar giù e andar da dinko...ma una voce dentro di me dice"NO No sarebbe troppo frocio!"saliamo il resto della via on sight e con le luci del tramonto raggiungiamo il CapoRom e CoCa Cola che son in vetta ed hanno già preparato la prima doppia.
Le doppie con la frontale ,il sentiero al buio il profumo delle prime sere estive e una cena da Dinko coronano la nostra prima giornata.
La sera scorre allegra , nella mia mente ora c'è finalmente la sensazione della vera serenità, riesco finalmente ad assaporare ogni istante ogni sorriso e ogni profumo, ringrazio il mondo di aver potuto condivider tutto con degli amici!
Dopo un'ora sono a letto e penso a domani con la guida in mano e la mente sulle prese...
Mi addormento così con i pregetti ancora da definire, ma con la consapevolezza che siamo riusciti a sfruttare ogni momento di questa giornata di libertà!

                                                                               MAJSTER

Relazioni Vie

Aperta nova pagina dove raccoglieremo le relazioni delle vie efetuade dai forti rociadori del Team che ama tanto la lotta con l'alpe!

In primis gavemo la relazion sulla via dei Camini alla Mojstrovka

domenica 26 giugno 2011

Insicurezza

Il sudore inizia ad accumularsi sulla fronte e pian piano scivola verso le sopracciglia. Con il dorso della mano cerco di asciugarmi la fronte e guardo in alto verso la parete, la parete che tra un attimo scalerò. Anzi scaleremo, io e Berto. Finalmente dopo tutto un inverno carico di impegni e di pioggia torno su una bella parete con il mio Amico. Il caldo si fa sentire qui in valle, ma confido che su all'ombra della parete ci sia anche un po' d'aria fresca a darci sollievo.  

La mattina appena sveglio mi sentivo dentro un peso, una paura. Paura della via, di non essere all'altezza, non tanto per le difficoltà quanto per le possibilità di proteggersi. Bisogna arrampicare sciolti e rilassati su certe difficoltà su quella via; sarò all'altezza? Non oso troppo? Nella mia mente cerco scuse e vigliaccamente mi infilo in tasca la relazione di un'altra via, seppur più difficile ma meglio protetta.
Adesso mentre mi avvicino all'attacco della via mi sento meglio, più rilassato e tranquillo. Sono con Berto che è sempre una sicurezza e poi avremo Enrico e Mauro sulla via a fianco, non mancheranno le occasioni per ridere.Berto parte, scala sicuro e rapido, sale lungo fessure e diedri proteggendosi bene nei passaggi lunghi tra uno spit e l'altro. Io come sempre sono impaziente di toccare la roccia e di modellare il mio corpo ad essa. Faccio sicura preso da una frenesia come se fossi rimasto rinchiuso in gabbia per mesi e adesso voglio sfogarmi aggredendo la parete.
Affondo una mano poi l'altra nel sacchetto della magnesite soffio sui palmi e la magnesite in eccesso vola via, con essa tutte le mie preoccupazioni e i problemi del quotidiano. I polpastrelli toccano i primi appigli ed il viaggio inizia. Il mio corpo si immerge nel mare d'aria e sale sfiorando il fondale grigio e lavorato che sembra fatto apposta per arra...nuotare. La mente entra in una nuova dimensione prima vuole salire veloce veloce ma poi piano piano rallenta e la foga scompare lasciando solo una pace e il piacere del muoversi con tutti e quattro gli arti. Arrivato alla sosta ci scambiamo due parole mentre recupero tutto il materiale, do uno sguardo verso l'alto e vedo, anzi non vedo bene dove proseguire, vedo solo uno spit isolato molto in alto. Ma che cazzo mi frega, sono qui per arrampicare che vuol dire anche cercare i passaggi migliori e non seguire le briciole lasciate dagli altri.
Un tiro stupendo, la fatica non si fa sentire, il cervello è a riposo tanto non serve, lì contano l'istinto e l'esperienza. Finalmente una via dove non sei sempre con qualche ferro in mano ma solo roccia. I movimenti escono da soli le braccia e le gambe sanno cosa fare, le mani ed i piedi vanno da soli nei posti giusti. Arrivato in sosta mi ritrovo su un bel balcone dove mi siedo e mentre faccio sicura a Berto mi godo il panorama e ripenso al tiro appena fatto, potrei quasi tornare giù quanto sono felice.
Ma poi penso che non mi basta, voglio ancora di più. Il meglio deve ancora venire.
Qualche tiro più su iniziamo a sentire le voci degli amici impegnati sulla via vicina. Come resistere a non urlare e salutare alla maniera del Gteam?! In un batter d'occhio la parete si trasforma in una falesia di casa e fino in vetta mi sembrerà di essere a casa. Tanto che veniamo subito riconosciuti e ci giungono urla da altri amici che scalano sulla parte opposta della parete, viva la pace dell'alpe...
L' adrenalina si rincorre con il sangue lungo le vene, gonfiate dal cuore che batte più veloce o più lento a seconda delle difficoltà che la roccia impone. Un ritmo strano ma evidentemente quello giusto a giudicare dalla scioltezza con la quale saliamo. Dopo un po' di peripezie di entrambe le cordate dovute ad un nostro errore di itinerario, ci ritroviamo tutti e quattro sullo stesso terrazzino. L'occasione serve solo ad aumentare la demenza dei discorsi e ad affaticare gli addominali con tante risate ottime per distendere i nervi prima dei tiri più impegnativi. Berto parte e passeggia sul primo tiro duro banalizzandolo. Poi dopo averlo raggiunto tocca a me. Osservo i metri successivi che dovrò percorrere e parto, come prima mi sento come l'acqua che scorre lungo le rocce solo nel verso opposto ad essa. I movimenti scorrono sciolti fino ad un leggero strapiombetto prima del quale devo rallentare. Come l'acqua che scende placida lungo le parti meno ripide di un torrente e quando incontra dei salti si butta giù rombando e con maggior forza così io prendo di petto il passaggio e riesco a passarlo sbuffando. Appena raggiunto terreno più tranquillo sento scorrere l'eccitazione dentro di me e ho tutto il corpo che ride, che bello arrampicare; proseguo senza più pensieri leggero leggero su roccia magnifica fino alla sosta. I tiri successivi sebbene più facili comunque impegnano le nostre menti ed infine mi ritrovo sulla cupola sommitale sotto la vetta assieme a Mauro ed Enrico, in un attimo arriva anche Berto. Saliamo in vetta, giusto in tempo per sciacquarci con un po' di pioggerellina che ci riempie le narici di umido e di roccia bagnata, ma che importa ormai dobbiamo solo scendere lungo il sentiero, tuffarci nell'acqua fresca e poi gustare un' altrettanto fresca birra!Che bello scalare con gli amici.

Ritornati all'attacco e recuperati gli zaini controllo di avere tutto e mentre tasto le tasche trovo un foglietto ripiegato, di sicuro una relazione, ma io non avevo con me la relazione di questa via, lo guardo e sorrido, ah che affascinante l'insicurezza.

                                                         CapoRom (GhayLander)

martedì 10 maggio 2011

BENVENUTI A TUTTI I "MEMBRI" E SIMPATIZZANTI DEL NOSTO GRUPPO DEL GHEYTEAM!!!

Ciau a tutti.
Come potete vedere, pian pianino, questo sito si stà formando, e stà prendendo secondo me, un'interessamnte direzione...
Siamo ancora in alto mare, conto a breve di migliorare l'estetica della home page, e di inserire le varie foto dei "membri" del gheyteam, e non solo...anche sulle varie uscite, e di tutti quelli che vorranno partecipare con le loto foto, verranno pubblicate senza nessun problema!!!
A presto!!!