1030 “Coloro che muoiono nella grazia e nell'amicizia di
Dio, ma sono imperfettamente purificati, sebbene siano certi della loro
salvezza eterna, vengono però sottoposti, dopo la loro morte, ad una
purificazione, al fine di ottenere la santità necessaria per entrare nella
gioia del cielo.”
Catechismo
della Chiesa Cattolica, nn. 1920-1965
Il Purgatorio
La strada lastricata di ciottoli di fiume tondi e lisci,
usurati dal tempo e da infiniti passi, si arrampica ripida, con continui
tornanti su per i fianchi della montagna. Non si sa bene dove vada a finire e
neanche chi l'abbia costruita; questa strada così... così... perfetta. Queste
sono le domande che ogni tanto passano per la testa delle persone che la
percorrono.
Ora, se noi
osservassimo da lontano, con gli occhi di un gufo in volo alla ricerca di
qualche preda, potremmo scorgere una figura un po' ambigua, che sta camminando,
anzi direi arrancando su per questa strada come se avesse un fardello
pesantissimo da portare sul groppone.
Due colpi di ali e
possiamo osservare meglio. Da vicino la figura prende forma: un cappellino
stile baseball color rosa con la parte posteriore fatta di rete e sul davanti
una scritta: Baxi e Abraxi. Maglietta polo anch'essa rosa con una grande “ A “
disegnata sulla schiena, tra l'altro un po' corta tant'è che si vede bene la prominente pancia
spuntare tra la maglietta e i pantaloni e che va ad affossarsi sull'enorme
fibbia della cintura Amaro e Cagotto. Cintura che dovrebbe sostenere dei bei
jeans un po' fintousurati e con due belle ali d'angelo stampate in
corrispondenza del fondo schiena. Le scarpe da ginnastica nuove fanno a gara
con i ciottoli per il candore. Nel frattempo gli occhiali da sole della Gusci
si bagnano continuamente di sudore che cola copioso dalla sua fronte a causa della
fatica. Ogni tanto se li toglie per pulirli e così possiamo vedere gli occhi,
arrossati e incazzati. Come un mantra si sente ripetere “ Ma che cazo ghe fazo
qua, porco … ! Iero coi muloni a bever spritz fin do minuti fa.! Cosa go de far
tuta sta fadiga deso, ma dove son finì?!” Noi voliamo sempre più vicino finché
costui se la prende anche con noi “ Ciò cocolo, cos'te rompi?! Svola de n'altra
parte”.
Povero individuo, non sa cosa gli aspetta.
Nel frattempo il
paesaggio cambia e si fa sempre più glaciale. Le pareti della montagna, piene
di guglie e pinnacoli ma ripide e scoscese sono oramai ricoperte di neve, qua e
la spunta qualche macchia verdastra di ghiaccio vivo. Delle nuvole filano
leggere lungo i fianchi della montagna sospinte da un pungente venticello che
non si risparmia di trasportare tanti pungenti cristallini di ghiaccio. Nel
frattempo (quanto nessuno lo sa) il
nostro individuo sta per arrivare in cima. Oramai le scarpe sono ridotte quasi
a brandelli e non conservano più niente del candore iniziale, i ciottoli invece
sono estremamente candidi, sempre uguali, immutati nel tempo e nella forma.
Ancora un tornante e il nostro amico scorge un grande
cancello di legno scolpito ed intarsiato con strane figure, sostenuto da due
colonne e da una volta di ghiaccio con il colore che varia dal verde smeraldo
al blu più intenso come di profondità marine infinite, passando per il bianco
lucido, quasi argenteo nel quale ci si può anche specchiare. La strada termina
proprio davanti a tal portone. Alla destra la parete sale verticale,compatta e
glaciale; ad un metro da terra due minute porticine di legno grezzo che
probabilmente tramite qualche galleria portano nelle viscere della montagna.
Alla sinistra del Portone di Ghiaccio invece il vuoto più impressionante, tanto
spaventoso da far torcere le budella, ed è proprio su questo vuoto che si
protende un pulpito sul quale si trova seduta una strana figura!
Avvicinatosi ad essa il nostro improvvisato escursionista,
mentre riprende fiato, osserva: Barba e capelli lunghi, color argento. In testa
calcato un berretto di lana color arancione acceso che essendo un po' lungo sta
un po' afflosciato, tunica bianca che
gli arriva alle ginocchia e cosa più strana un paio di scarponi da sci.. Cosa
ancora più strana, a fianco della sdraio verde con pois arancione, sulla quale
sta disteso questo personaggio, si vedono infissi nella neve un paio di sci
belli larghi ( probabilmente 110 sotto lo scarpone) con annessi bastoncini.
Sulla faccia di questo individuo si intravede un sorriso, un po’ celato da un
bel paio di occhialoni da sole con la lente a specchio color Blu. Al che il nostro personaggio fa un sorriso ed
esclama “ Ha, bel scherzo ciò, i me ga indormenzà e i me ga porta sul Zoncolan.
Solo perché no gavevo bale de vignir a impetesarme fina in montagna i me ga
portà de forza. Ma iera un fià diferente l'ultima volta, no me pareva cussì
alto. (pausa) Ciò mulo, te capissi el triestin? Ara che mi no parlo furlan e
anche talian 'ssai poco?!”
Risposta: “ Salve mio caro, ovvio che so parlar triestin
cocolo, mi parlo tute le lingue del pianeta. Comunque me par che zo a ponziana
no i ve insegna le bone maniere. Mi son Pietro! Ti come te se ciami?”
“Ah, scusa ciò, no ciapartela, ma zerca de capir, iero coi
muloni a bever sprizeti al caldo e de colpo me trovo qua in montagna, comunque
mi son Pierluigi, scolta che te chiedo, no semo sul Zoncolan, vero?”
Pietro “ Eh no, sa come xe, no me ga mai piasso tanto quel
logo, xe tropo drito, poca pendenza e po xe poche babete, solo famigliole coi
fioi pici che ziga. Ma scusa, qua semo ale porte del Paradiso, no i te ga dito
zo all' inizio del sentier?” l'individuo si guarda un po' attorno spaesato e di
colpo uno strano pensiero gli passa per la testa
“ Come scusa, vuoi dire che... cosa semo... ma come! Mi iero
coi... “
“ Si coi muloni, go capido che te ieri bever spritz, ma ala
partenza nisun te ga dito dove te ieri e dove te stavi andando?Scusa ma te ga
visto una forte luce bianca e dopo te se ga trovà in un prà bel verde col fiume
in mezo prima de imbocar sta strada? ”
“ E no, no so, cioè
si, iera sto prà e ghe iera anche do de lori, però no i me ga visto, i iera
dall'altra parte del fiume. Pensa che mone, i stava zercando de rampigarse su
un scoio alto forsi qualche metro, el bel iera che i provava da la parte più
dificile, cioè dove che butava in fora, de drio iera come 'na scala, iera sai
mone me par!”
Pietro “ Ah, savevo mi, da quando el capo ghe ga molà un
pochi de scoi ai muli dell' Ufficio Accettazione noi fa più ben el suo lavor, i
pensa solo a rampigar! Ma sa nei tempi morti no i gaveva cosa far! Va ben dei,
scolta là xe do porte, ciol quela de sinistra e bon divertimento!”
“ Ma come scusa, sta qua granda no xe la porta del
paradiso??!”
Pietro lo guarda con occhio sospetto ed esclama: “ Si, ma no
xe ancora per ti! Te ga qualche aneto de purgatorio de farte, qua xe le carte e
no se discuti!”
“ Ciò ma come, cosa xe sta storia, come saria purgatorio?
Cosa xe po sta roba?”
Lo sguardo di Pietro si posa sconsolato su questo
indifferente individuo e consultando prima le carte e poi di nuovo Pierluigi
gli risponde gentilmente: “ Varda, non son mi che decido, dalle analisi risulta
che in vita non solo non te ga espiado le tue colpe precedenti ma te ghe ne ga
acumulade altre... speta speta ara che i ga sbalià i conti, inveze de 100 anni
te tocasi... 120! Bon dei dopo ciamo l'UCP (Ufficio Controllo
Purificazioni) e ghe notifico el sbalio,
se vedi che con sto fredo se ga formà ben le mega cascatone e ghe sarà rivade
le picche nove, scometo che i gaveva sicuro de provarle... no so mi dove
finiremo se andemo vanti de sto passo!!”
Di colpo in lontananza si vede arrivare una figura a passo
quasi di corsa, scalzo e con sci e scarponi attaccati allo zaino. Appena Pietro
lo vede gli si illuminano gli occhi e gli si disegna un largo sorriso sulla
faccia. Però subito questo sorriso si trasforma in una smorfia di perplessità.
Appena questa persona arriva a due passi da Pietro e Pierluigi, che incuriosito
rimane li ad osservare questa scena alquanto allucinante.
Pietro inizia a parlare esclamando: “ Reverendo?! Come va?
Cosa ci fai qua?”
(Pierluigi pensa: ah ecco i soliti paraculati)
il Reverendo risponde: “ Salve San Pietro. Sai com'è, la
sicurezza è una questione di punti di vista, anche sta volta lo spago l' abbiamo
utilizzato come zavorra da tenere nello zaino eh... “
S.Pietro: “ Ma come, vi stavo guardando e procedevate così
bene su per quel ghiacciaio, mi sono distratto un attimo a causa di questo
pirla (Pierluigi fa una smorfia di stizza per questo appellativo) e cosa mi
combini, decidi di venire a farci visita così all'improvviso, vabbè che a 110
anni sarebbe anche ora, il capo vi ha prolungato per bene la vita giù sulla
terra.”
Reverendo:”Beh, si, in effetti la vecchiaia non la sentivo
per niente nonostante i miei 110 anni. Quindi vuoi dire che siamo stati
graziati ma perché?”
“Il capo, suo figlio
ed un po' tutti qui seguono le vostre imprese, quindi ha deciso di prolungarvi
la vita, altrimenti poi che avventure seguiamo nei weekend?! Comunque sarà
contento il figlio del Boss ad averti qua, poi con lui vai a fare dei bei
gitoni, magari mi portate con voi un giorno che ho poco lavoro?!”
Reverendo “E perché no, vedo che vi trattate bene qua,
scarponi nuovi eh? L'ultimo modello della BD?”
S.Pietro arrossisce un po' “ Sai com'è qui il Capo ci tratta
bene, poi con questi sci.” E indica gli sci conficcati li vicino” il Reverendo
butta un'occhiata ed esclama sorridendo “ Dalle dimensioni immagino che qui si
scia solo in powder?!” “ Bravo! Hai indovinato!” Ed entrambi scoppiano in una
sonora risata.
“Bene, dai documenti vedo che con l' ultima gita ti sei
guadagnato anche dei crediti per la prossima vita! Poi con quella sul
Großvenediger con le bici avete estinto parecchi peccati. Quindi adesso ti
faccio aprire le porte del Paradiso così vai subito dal Capo, avrà di sicuro
piacere a fare due chiacchiere con te!”
BumBum!! due bei pungi sulle massicce assi del portone e dopo
due secondi inizia lentamente ad aprirsi. Il momento propizio è arrivato per
Pierluigi, che con un sorrisetto furbo sta già pensando a come intrufolarsi
all'interno, “ 'Desso co se gira sti do sciocai tiro na piena e coro...”
S.Pietro :“ Pierluigi??! Cosa ci fai ancora qui? Ti ho detto
di entrare in quella porticina!”
Di colpo il sorrisetto scompare dalla faccia di Pierluigi che
con aria un po' ingenua chiede “ Ma scusa S.Piero, perchè sto mona pol entrar e
mi no?”
“ Perchè ti no te ga fato gnanca una gita de scialpinismo e
gnanca un aperitivo d'alta quota. Oviamente no te sa cossa vol dir sburtar la
bici su per salite impirade, portar tuto in schena, soto el sol che te sbrova,
caminando scalzo anche sula neve, tuto per andar a far una bela sciada nela
malta! Tuto oviamente col soriso. Opera degna de veri pelegrini e martiri!”
Le porte del paradiso si richiudono silenziosamente dietro lo
zaino del Reverendo e lasciano spaesato il povero Pierluigi che lentamente si
avvia al suo destino. Rassegnato attraversa la piccola porticina di assi di
legno grezzo inchiodate e sostenute da due rugginosi e cigolanti cardini.
« Perciò io vi dico: qualunque peccato e bestemmia sarà
perdonata agli uomini, ma la bestemmia
contro lo Spirito non sarà perdonata. A chiunque parlerà male del Figlio
dell'uomo sarà perdonato; ma la
bestemmia contro lo Spirito, non gli sarà perdonata né in questo secolo, né
in quello futuro » (Matteo 12,31-32)
SBORRA!
el paradiso del G.Team? un'orgia gay. optemo tutti per el purgatorio, grossvenediger ogni giorno!
RispondiEliminaanche mi andro' in paradiso perche' non go usà el spago, hahaha
RispondiEliminaT. Gigio
... e mi invece?
RispondiEliminaMoto de topogigio.
ma questi magnifici racconti andassi pubblicadi su "montagne a 360°" che xe scritte sempre frociade! complimenti! apassionante, fantasioso, romantico... fig1!
RispondiEliminaLUCREZIA B.