Frase della settimana

"Le falesie xe la sagra dell' illogico"
T.Gigio

martedì 28 giugno 2011

Cosa si può volere di più dalla vita?

..... Siamo giunti a Starigrad, partiti sta mattina a singhiozzo, ma finalmente siamo qui, in un bar con una bella birra in mano,il mare davanti a noi, due belle camerriere corrono su e giù a servire i vari clienti.
Sembra quasi che ci stiamo rilassando, ma so già che basta solo una piccola scintilla ad accendere gli animi dei miei compagni di viaggio che son andati avanti sulla spiaggia...Cosa si può voler di più dalla vita?Sole Mare Amici Festa...
Agli occhi dei "normali" sembrerebbe tutto così perfetto...Beh dentro di me c'è un tarlo mi dice che anche se è tardi sarebbe il caso di spingersi su nel parco a fare una via, d'altro canto quattro giorni non son molti, mentre
i progetti invece si. Finisco la birra e vado a raggiungerli, sono già in acqua che sguazzano... Li raggiungo e dopo due bracciate siamo tutti sul molo a prendere il sole...Decido ti tornare alla macchina, so che con la complicita della guida e delle birre riuscirò ad ingaggiare il Lord, il CapoRom e Coca Cola che non si lasciano addescare così facilmente... così come per magia con la sola frase "Muli andemo a far giusto due tiri che scaldemo le candelette" alle 17 siamo tutti alla base del Debeli Kuk pronti per essere assorbiti nella muraglia grigia che si trova sopra di noi, come se la gravità funzionasse al contrario.
Sono rilassato, mentre il mio compagno un pò si preoccupa "Non xe che la cagheremo,ara che xe na via de ALDO , ga el tiro de 7B e diversi de 6c, se me cago in man te va ti!".
So che lui ha le capacità di salire cose ben più dure e conto che il suo carattere bistabile si stabilizzerà nella fase eccitata dopo che il secondo tiro gli fornirà l'adrenalina giusta...
Dal canto mio voglio finalmente vedere se tutti gli allenamenti dell'inverno abbiano portato i frutti desiderati, così lo convinco e abbandoniamo la nostra"Zona sicura", nel frattempo el CapoRom e CoCa Cola hanno già attaccato.
Dopo due tiri siamo al momento della verità,con il Lord eccitato percui positivo,sono positivo anch'io, comincio con un bel respiro...
Via sono come in un'altro mondo non sento niente i rumori sono ovattati e il lord che mi incita(sa tutti come grida) è come un ronzio lontano,sono solo con la mia concentrazione e determinazione, in alcuni momenti addirittura mi sembra di vedermi dall'esterno come se fossi un personaggio di qualche videogame, ma il dolore alle dita mi riporta all'azione,metro dopo metro mi guadagno il tiro e dopo una fessura mi trovo a sostare su una cengetta facendo sosata al lord che da secondo e con lo zaiono riesce anche lui a liberar il tiro...
Che soddisfazione! A Vista e tutti e due "CHE TEAM". Adesso potrei anche tornar giù e andar da dinko...ma una voce dentro di me dice"NO No sarebbe troppo frocio!"saliamo il resto della via on sight e con le luci del tramonto raggiungiamo il CapoRom e CoCa Cola che son in vetta ed hanno già preparato la prima doppia.
Le doppie con la frontale ,il sentiero al buio il profumo delle prime sere estive e una cena da Dinko coronano la nostra prima giornata.
La sera scorre allegra , nella mia mente ora c'è finalmente la sensazione della vera serenità, riesco finalmente ad assaporare ogni istante ogni sorriso e ogni profumo, ringrazio il mondo di aver potuto condivider tutto con degli amici!
Dopo un'ora sono a letto e penso a domani con la guida in mano e la mente sulle prese...
Mi addormento così con i pregetti ancora da definire, ma con la consapevolezza che siamo riusciti a sfruttare ogni momento di questa giornata di libertà!

                                                                               MAJSTER

Relazioni Vie

Aperta nova pagina dove raccoglieremo le relazioni delle vie efetuade dai forti rociadori del Team che ama tanto la lotta con l'alpe!

In primis gavemo la relazion sulla via dei Camini alla Mojstrovka

domenica 26 giugno 2011

Insicurezza

Il sudore inizia ad accumularsi sulla fronte e pian piano scivola verso le sopracciglia. Con il dorso della mano cerco di asciugarmi la fronte e guardo in alto verso la parete, la parete che tra un attimo scalerò. Anzi scaleremo, io e Berto. Finalmente dopo tutto un inverno carico di impegni e di pioggia torno su una bella parete con il mio Amico. Il caldo si fa sentire qui in valle, ma confido che su all'ombra della parete ci sia anche un po' d'aria fresca a darci sollievo.  

La mattina appena sveglio mi sentivo dentro un peso, una paura. Paura della via, di non essere all'altezza, non tanto per le difficoltà quanto per le possibilità di proteggersi. Bisogna arrampicare sciolti e rilassati su certe difficoltà su quella via; sarò all'altezza? Non oso troppo? Nella mia mente cerco scuse e vigliaccamente mi infilo in tasca la relazione di un'altra via, seppur più difficile ma meglio protetta.
Adesso mentre mi avvicino all'attacco della via mi sento meglio, più rilassato e tranquillo. Sono con Berto che è sempre una sicurezza e poi avremo Enrico e Mauro sulla via a fianco, non mancheranno le occasioni per ridere.Berto parte, scala sicuro e rapido, sale lungo fessure e diedri proteggendosi bene nei passaggi lunghi tra uno spit e l'altro. Io come sempre sono impaziente di toccare la roccia e di modellare il mio corpo ad essa. Faccio sicura preso da una frenesia come se fossi rimasto rinchiuso in gabbia per mesi e adesso voglio sfogarmi aggredendo la parete.
Affondo una mano poi l'altra nel sacchetto della magnesite soffio sui palmi e la magnesite in eccesso vola via, con essa tutte le mie preoccupazioni e i problemi del quotidiano. I polpastrelli toccano i primi appigli ed il viaggio inizia. Il mio corpo si immerge nel mare d'aria e sale sfiorando il fondale grigio e lavorato che sembra fatto apposta per arra...nuotare. La mente entra in una nuova dimensione prima vuole salire veloce veloce ma poi piano piano rallenta e la foga scompare lasciando solo una pace e il piacere del muoversi con tutti e quattro gli arti. Arrivato alla sosta ci scambiamo due parole mentre recupero tutto il materiale, do uno sguardo verso l'alto e vedo, anzi non vedo bene dove proseguire, vedo solo uno spit isolato molto in alto. Ma che cazzo mi frega, sono qui per arrampicare che vuol dire anche cercare i passaggi migliori e non seguire le briciole lasciate dagli altri.
Un tiro stupendo, la fatica non si fa sentire, il cervello è a riposo tanto non serve, lì contano l'istinto e l'esperienza. Finalmente una via dove non sei sempre con qualche ferro in mano ma solo roccia. I movimenti escono da soli le braccia e le gambe sanno cosa fare, le mani ed i piedi vanno da soli nei posti giusti. Arrivato in sosta mi ritrovo su un bel balcone dove mi siedo e mentre faccio sicura a Berto mi godo il panorama e ripenso al tiro appena fatto, potrei quasi tornare giù quanto sono felice.
Ma poi penso che non mi basta, voglio ancora di più. Il meglio deve ancora venire.
Qualche tiro più su iniziamo a sentire le voci degli amici impegnati sulla via vicina. Come resistere a non urlare e salutare alla maniera del Gteam?! In un batter d'occhio la parete si trasforma in una falesia di casa e fino in vetta mi sembrerà di essere a casa. Tanto che veniamo subito riconosciuti e ci giungono urla da altri amici che scalano sulla parte opposta della parete, viva la pace dell'alpe...
L' adrenalina si rincorre con il sangue lungo le vene, gonfiate dal cuore che batte più veloce o più lento a seconda delle difficoltà che la roccia impone. Un ritmo strano ma evidentemente quello giusto a giudicare dalla scioltezza con la quale saliamo. Dopo un po' di peripezie di entrambe le cordate dovute ad un nostro errore di itinerario, ci ritroviamo tutti e quattro sullo stesso terrazzino. L'occasione serve solo ad aumentare la demenza dei discorsi e ad affaticare gli addominali con tante risate ottime per distendere i nervi prima dei tiri più impegnativi. Berto parte e passeggia sul primo tiro duro banalizzandolo. Poi dopo averlo raggiunto tocca a me. Osservo i metri successivi che dovrò percorrere e parto, come prima mi sento come l'acqua che scorre lungo le rocce solo nel verso opposto ad essa. I movimenti scorrono sciolti fino ad un leggero strapiombetto prima del quale devo rallentare. Come l'acqua che scende placida lungo le parti meno ripide di un torrente e quando incontra dei salti si butta giù rombando e con maggior forza così io prendo di petto il passaggio e riesco a passarlo sbuffando. Appena raggiunto terreno più tranquillo sento scorrere l'eccitazione dentro di me e ho tutto il corpo che ride, che bello arrampicare; proseguo senza più pensieri leggero leggero su roccia magnifica fino alla sosta. I tiri successivi sebbene più facili comunque impegnano le nostre menti ed infine mi ritrovo sulla cupola sommitale sotto la vetta assieme a Mauro ed Enrico, in un attimo arriva anche Berto. Saliamo in vetta, giusto in tempo per sciacquarci con un po' di pioggerellina che ci riempie le narici di umido e di roccia bagnata, ma che importa ormai dobbiamo solo scendere lungo il sentiero, tuffarci nell'acqua fresca e poi gustare un' altrettanto fresca birra!Che bello scalare con gli amici.

Ritornati all'attacco e recuperati gli zaini controllo di avere tutto e mentre tasto le tasche trovo un foglietto ripiegato, di sicuro una relazione, ma io non avevo con me la relazione di questa via, lo guardo e sorrido, ah che affascinante l'insicurezza.

                                                         CapoRom (GhayLander)